Champions League

Coronavirus, il sindaco di Lione: “Avrei preferito che i tifosi della Juve non arrivassero”

L’emergenza relativa al Coronavirus non sembra toccare la Champions League e nello specifico il match di domani Lione – Juve. Per quanto riguarda la trasferta, i circa 3000 tifosi ospiti bianconeri non hanno ricevuto particolari restrizioni. A questo mancato divieto si è pero’ opposto il sindaco della città francese di Decines (località vicinissima a Lione luogo dell’impianto sportivo) che ha tuonato contro il Ministero della Sanità francese e contro le istituzioni calcistiche.

Lione – Juve Coronavirus non blocca i tifosi bianconeri in Champions

Un match che vale molto a questo punto della stagione. Un ottavo di Champions League che mette di fronte Lione e Juve, con i bianconeri nettamente favoriti e per nulla condizionati dalla presenza del Coronavirus in Italia. Non ci sono state infatti particolari restrizioni provenienti dalla UEFA o dal governo francese. E’ molto contrariato rispetto alla decisione presa invece la prima cittadina di Decines Laurence Fautra, che ha così commentato:

“Come misura precauzionale, non sono affatto favorevole all’arrivo dei sostenitori italiani per evitare qualsiasi rischio di contagio e l’ho reso noto ai servizi statali. In nome del principio di cautela, ma anche della prevenzione di qualsiasi disturbo dell’ordine pubblico, è di concerto che chiediamo alle più alte autorità dello Stato francese di pronunciarsi contro l’arrivo dei sostenitori italiani. Per diversi giorni siamo stati in contatto con la prefettura regionale, ma anche con l’Agenzia Sanitaria Regionale per esprimere le nostre più ferme riserve quando arrivano circa 3000 sostenitori italiani”. 

La risposta del Ministro della Salute francese: “Il Coronavirus non ci condizionerà”

Intanto il Ministro della Salute francese Olivier Véran ha preso posizione in maniera netta e non intende bloccare eventi sportivi o di alcun genere a causa del Coronavirus. Queste le sue dichiarazioni a tal proposito:

“Dovremmo fermare eventi collettivi? Dovremmo fermare la settimana della moda? Dovremmo fermare le partite, chiudere le università? La risposta è no. Nessun argomento scientifico e medico oggi ci porta a fermare gli eventi collettivi perché il virus non circola in Francia e perché i casi sono circoscritti in Italia”.

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