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Serie A, concludere questa stagione calcistica a oggi è un’utopia ed è giusto sia così

Sono 627 i decessi solo oggi in Italia a causa del Coronavirus e il ritorno della Serie A è solo l’ultimo dei problemi. Parlare di calcio giocato a oggi appare quasi decontestualizzante e, a tratti, anche fastidioso. Siamo tutti appassionati a questo che è uno sport meraviglioso, ma pensare di ritornare alla normalità appare solo una mera utopia ed è giusto sia così.

Giocare la Serie A una utopia: il Coronavirus ne impedisce il ritorno

Inutile prendersi in giro, il Covid-19 è un’emergenza non più solo cinese o italiana. Questo virus, che si sta lentamente prendendo tutta l’Europa, sta inglobando sotto di sé soprattutto il nostro paese. In questo scenario che si presenta così apocalittico, parlare di calcio risulta quantomeno futile. Tutto ciò che ne deriva, come sottolineato da Tommasi, non rientra nella corretta dimensione delle cose.

Forse tutti i protagonisti più rilevanti della Serie A, della Lega Calcio e dei suoi attori principali farebbero bene a fare un passo in avanti. In primis dal presidente della Lazio Lotito che porta da solo questa inutile battaglia degli allenamenti, dimostrando di vivere non a Roma, ma su Marte. D’altra parte lo stesso Tommasi dovrebbe venire incontro alle esigenze dei club. Il taglio degli stipendi non è un “dovere imposto” ma certamente morale.

Il calcio è costretto a chiudere i battenti: l’annullamento la migliore delle ipotesi

Mantenendo sempre come punto focale del discorso il bollettino giornaliero diramato dal capo della Protezione civile Borrelli, non ci si puo’ esimere da un discorso che sia il più ampio possibile e non solo circoscritto al calcio. In tutta Europa la proroga verrà applicata senza remore (in Premier League è già stata varata). Anche in Serie A la linea dovrebbe ufficializzarsi, o quantomeno questo implica il buonsenso comune della realtà.

Chiuderla qui, senza vincitori né vinti resta forse la migliore delle ipotesi. Sebbene la UEFA si sia espressa in merito, si creerebbe un grosso caos ma quello che verrebbe salvaguardata sarebbe la faccia pulita del calcio, italiano ed europeo. A oggi pensare di concludere la stagione della Serie A entro il 30 giugno appare utopistico e viaggiando alla media di 500 decessi al giorno appare anche irriguardoso scriverlo, anche da chi in questo momento sta scrivendo.

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