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Juventus, Cristiano Ronaldo in Italia per le agevolazioni del fisco: ecco come

L’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus ha spiazzato un pò tutti: dai tifosi agli addetti ai lavori. Nessuno credeva inizialmente possibile questo affare che però ora inizia a svelare tutte le sue sfaccettature. Fermo restando che la scelta di CR7 è quella comunque di arrivare in un top club europeo.

La scelta per motivi fiscali

Interessantissimo l’articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore che spiega uno dei motivi principali che hanno spinto il campione a trasferirsi proprio in Italia. Tutto legato alle agevolazioni fiscali che il governo garantisce ai neo-residenti e la possibilità di esercitare l’opzione per l’imposta sostitutiva. Il fine è quello di pagare “solo” il forfait di 100 mila euro riferito a tutti i redditi di fonte estera. Per Ronaldo la possibilità di avvantaggiarsi in modo esponenziale sui redditi già ingenti all’estero prima del trasferimento a Torino.

Da qui anche la possibilità per Ronaldo ed i suoi consulenti di valutare l’opportunità di produrre lo sfruttamento degli introiti della sua immagine all’estero. La possibilità di delocalizzare la fonte del reddito potrebbe portare a vantaggi incredibili al portoghese e non solo.

Possibili operazioni con i figli

Questa agevolazione fiscale potrebbe essere sfruttata da Cristiano Ronaldo anche per i figli viste le esenzioni relative alle imposte di donazione e successione. L’articolo 1, comma 158, legge 232/2016 dispone che per le successioni aperte e le donazioni effettuate «nei periodi d’imposta di validità dell’opzione esercitata dal dante causa» (cioè Ronaldo), l’imposta di successione e donazione «è dovuta limitatamente ai beni e ai diritti esistenti nello Stato al momento della successione o della donazione». In pratica non si paga l’imposta di donazione con riferimento ai beni fuori dal territorio nazionale se il donante (in questo caso) sia un neo-residente.

Da questo quadro emerge come l’Italia per Ronaldo abbia rappresentato un’opportunità troppo ghiotta per non approfittarne. Questo ancora di più in relazione ai costosi regimi degli atti a titolo gratuito vigenti nelle principali economie europee: Spagna, Francia Germania e Regno Unito.

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