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Hellas Verona РBrescia, razzismo o ironia la vergogna ̬ la stessa

L’ultima giornata di Serie A ci ha consegnato l’ennesima brutta pagine del nostro calcio, con i cori razzisti in Hellas Verona – Brescia contro Balotelli, e quelli contro la città di Napoli nella partita tra Roma e partenopei, che è valsa la sospensione momentanea della partita da parte di Rocchi.

Cori razzisti Hellas Verona – Brescia

Succede che in una tranquilla domenica pomeriggio, Balotelli si giri verso la curva dei tifosi veronesi e calci con violenza il pallone contro di loro. Ennesima “balotellata”? No, questa volta sembra essere diverso. Mario è fuori di sé, urla contro l’arbitro e subito si forma un capannello attorno a lui. Il numero 45 ha sentito qualche parola di troppo, o forse qualche ululato di troppo e ha deciso così di reagire, forse in maniera plateale, ma efficace.

Setti su Balotteli

Quello che fa riflettere sono le parole del presidente Setti, che a fine gara ha definito i propri sostenitori: “Ironici ma non razzisti“. E ha ragione. Molto spesso ululati e parole pesanti, sono usate come normale scherno. Dare della “scimmia” o dello “scarso” ad un giocatore di colore è solo un modo per deconcentrarlo. Tutte le squadre hanno giocatori di colore e per coerenza anche quelli che indossa la maglia da te sostenuta, dovrebbero essere fischiati e insultati, per coerenza. Invece più che di razzismo o ironia, si tratta di ignoranza di ciò che si dice e del peso che certe parole possono avere.

Discriminazione territoriale Napoli

Discorso simile per i cori contro la città di Napoli: per molti dire “chi non salta giallorosso é” e “Vesuvio lavali con fuoco”  è la stessa cosa, con lo stesso peso e lo stesso valore di scherno verso l’avversario. Lo stadio sembra diventare una zona franca dove dire quel che si vuole, tanto nella massa chi vuoi che mi veda. Il problema sta a monte, nella cultura e lo so si può vedere quando, agli annunci degli speaker per far cessare i cori, tutto lo stadio insorga in proteste e fischi.

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