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Fiorentina k.o. 2-1 col Benfica ma Vlahovic incanta. E si rivede Chiesa

La Fiorentina sconfitta 2-1 dal Benfica negli Stati Uniti (Red Bull Arena nel New Jersey). Dopo la vittoria al debutto con il Chivas e lo 0-3 con l’Arsenal, i viola hanno ceduto ai portoghesi. Un risultato in realtà ingiusto contro una squadra più forte e più avanti nella preparazione. La Fiorentina subisce il gol decisivo a tempo ormai esaurito e con il sospetto che Caio fosse in fuorigioco (“di almeno un metro”, dichiara Montella) al momento di fare centro da dentro l’area.

La Fiorentina perde contro il Benfica

In verità, i viola erano stati in difficoltà soltanto nella prima parte del match, avevano comunque trovato il pari con Vlahovic nel 1° tempo e poi nel secondo atto avevano condotto la partita con personalità, soprattutto dopo l’ingresso di Federico Chiesa. Già, perché gli occhi erano naturalmente tutti per lui.

Chiesa ha giocato 45’ di buon livello, con ottima gamba, nonostante le dichiarate condizioni non perfette: i suoi soliti strappi, assist e un’energia contagiosa che ha fatto salire il livello di tutto il resto della squadra. È proprio vero che dopo le polemiche, anche recenti, basti annusare l’erba del campo (era all’esordio) per far dimenticare almeno temporaneamente le magagne dei contratti.

La tournée Usa della Fiorentina

La Fiorentina esce da questa tournée Usa a testa altissima. Perché nelle tre partite, pur schierando un manipolo di giovani accanto a un gruppetto di veterani, viene raramente sottomessa. Insomma, in appena tre settimane di preparazione la mano di Montella si nota eccome. Chiunque siano gli interpreti, lo spartito è sempre quello (possesso, pressing alto, recuperi, aggressività), applicato con pochi errori. Questo giro dall’altra parte dell’Oceano è servito molto per comprendere le qualità di alcuni ragazzi.

Sia Montella che Pradé a fine partita esaltano le prestazioni di Castrovilli, giovanotto che marcia a testa alta, con bella corsa e piede fino; Tersic terzino d’attacco sulla fascia sinistra, pericoloso con una punizione tolta dall’incrocio da Ziobin; Ranieri (“che ha passato un bel test contro due punte fortissime”, lo loda l’aeroplanino), Sottil, altro figlio d’arte che deve trovare però più continuità. E naturalmente Vlahovic, classe 2000, fisico scultoreo, grinta e tecnica, già pronto per la Serie A.

Il gol con cui pareggia al 29’ – sinistro dal limite – è di alto coefficiente di difficoltà. Poi, al 4’ della ripresa, prenderà anche un palo su assist di Chiesa.

Peccato che Benassi su quella palla vagante in corsa spari altissimo da tre metri. Ma è proprio Chiesa l’uomo che fa la differenza, pur senza strafare. Solo vedendolo di nuovo in azione si capisce perché cederlo sarebbe come privarsi di un’arma letale.

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