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Accadde oggi – 12 aprile 1970, Cagliari campione d’Italia

A cura di Francesco Maria Romano

Ci sono date, nella storia del calcio, che restano scolpite nel tempo. Sono quelle legate a prime volte uniche e spesso irripetibili. Il 12 aprile 1970 rientra senza dubbio tra queste, in special modo per i tifosi del Cagliari.

Dopo la 27^ giornata del campionato 1969/70, la squadra sarda ha 3 punti in più della Juventus che insegue seconda in classifica. La domenica successiva, i rossoblù ospitano il Bari terzultimo ma ancora in lotta per non retrocedere, mentre i bianconeri sono impegnati a Roma contro la Lazio (quintultima e ancora a rischio retrocessione). Quel giorno il Cagliari schiera Albertosi, Martiradonna, Mancini, Cera, Niccolai, Poli, Domenghini, Nenè, Gori, Brugnera e Riva. Il Bari di Carlo Matteucci replica con Spalazzi, Roseto, Zuckowski, Diomedi, Spimi, Muccini, Canè, Fara, Spadetto, Colautti, Pienti.

I ragazzi di Scopigno chiudono la prima frazione in vantaggio per 1-0, grazie al gol messo a segno da Gigi Riva (al 39’), che a fine campionato sarà capocannoniere con 21 reti all’attivo. Sandro Ciotti, inviato in radiocronaca per Tutto il Calcio Minuto per Minuto, quando prende la linea all’inizio della ripresa descrive così il gol di Rombo di tuono: “Punizione a tre quarti di campo parabolica di Brugnera da destra a sinistra, sulla traiettoria, dopo una vigorosa rincorsa, si avventava alla sua maniera quasi in tuffo Riva che di testa metteva alle spalle di Spalazzi a qualche centimetro alla destra del palo del portiere”.

A pochi minuti dall’inizio del secondo tempo, dall’Olimpico arriva la notizia che tutta la Sardegna attendeva dopo il gol di Riva: Sandro Ameri annuncia il gol di Gian Piero Ghio, Lazio – Juventus 1-0. Siamo al 52’. Se la situazione non cambierà, il Cagliari sarà aritmeticamente campione d’Italia. Quando mancano meno di venti minuti, la Lazio raddoppia con un calcio di rigore procurato e trasformato da Chinaglia; Madama – peraltro ridotta in dieci per l’espulsione di Favalli – è ormai fuori dai giochi. All’88’ Gori raddoppia con una sassata sotto l’incrocio e la festa scudetto dei rossoblù può finalmente cominciare. Il 16 aprile 1970 il Cagliari è campione d’Italia per la prima volta nella sua storia.

Molto si è detto e scritto sullo storico trionfo della squadra di Scopigno. “La Sardegna si è liberata delle gorge sabaude” ebbe a dire Gianni Brera. Di certo, il successo di una squadra che come poche altre rappresenta un’intera regione – all’epoca ancora segnata dalla povertà e dall’arretratezza rispetto al resto del paese – ebbe un valore ed un sapore speciali. A voler essere romantici, ma non per questo nostalgici, la ‘ribellione’ sarda – guidata dal nerbo di un alfiere venuto dal nord – celebrò il suo successo proprio nello stadio intitolato al leggendario eroe cartaginese che insorse contro Romani nel III° secolo avanti Cristo. E per di più a pochi mesi dal trasferimento nel nuovo Sant’Elia.

A ben vedere, invece, lo scudetto del Cagliari non fu un semplice exploit: l’impresa era stata già sfiorata un anno prima, quando la squadra di Scopigno chiuse al secondo posto alle spalle della Fiorentina. Il trionfo cadde quindi al momento giusto, a premiare un gruppo di calciatori di livello assoluto, con ben cinque pedine (Albertosi, Cera, Domenghini, Gori e Riva) della Nazionale che avrebbe sfiorato il successo mondiale in Messico pochi mesi più tardi.

A cura di Francesco Maria Romano

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