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Allegri via dalla Juventus, separazione necessaria seppur dolorosa – FOCUS TCN

Allegri via dalla Juventus. Una notizia che ha sconquassato il mondo bianconero ma che era nell’aria. Come anticipato anche circa tre settimane fa dalla nostra redazione, il suo addio era qualcosa di più di una semplice eventualità. Ma è arrivato certo al momento giusto.

Allegri via dalla Juventus: la fine fisiologica di un ciclo

A Torino Allegri è arrivato in un torrido pomeriggio di metà luglio del 2014 tra fischi, urla e anche qualche sputo. Se ne va via ora tra gli applausi di gran parte della sua gente che ora solamente gli tesse le lodi. Eh sì, perché difficilmente in questo lustro che ha portato con sé ben 11 titoli nazionali e due finali di Champions League, si è riuscito a tenere d’accordo tutti sulla bravura di questo tecnico.

Gioco difensivo, speculare, fin troppo guardingo, a maggior ragione fuori dai confini nazionali. Questo quanto imputato ad Allegri che nei suoi primi 4 anni juventini non ha mai fallito in nulla. Quattro double consecutivi e due finali di Champions raggiunte non certo da favorita.

Allegri e un lento declino: mancata l’abilità del cambiamento in corsa

In questa stagione però è stato lo stesso Allegri a rimanere ancorato e ingabbiato all’interno di preconcetti (gli stessi che lo hanno portato a scontrarsi in diretta tv con Adani) e a non sprigionare tutta la sua inventiva. La stessa particolare abilità di cambiare in corso sia durante le partite che durante i vari momenti della stagione.

Come ad esempio il 4-2-3-1 alla “tutti dentro” che portò a Cardiff o ancor prima il passaggio alla difesa a quattro dopo la stantia difesa a tre che fu marchio di fabbrica di Conte. Risultato quello che fece in modo di arrivare fino a Berlino nel 2015.

Con Ronaldo e i tantissimi infortuni, la poca voglia di fare esperimenti nonostante il +18 sul Napoli a marzo sono state per a società il sentore maggiore. “Dare una svolta prima di essere costretti a farlo”. Questo il mantra di Agnelli e della Juventus in generale riproposto anche ora, in un momento storico bianconero quantomai determinante.

Resta comunque di Allegri la grande capacità e lo stile nell’aver rappresentato al meglio lo stile Juventus. Un allenatore arrivato tra gli insulti e che ora se ne va tra gli onori della sua gente che lo celebrerà in bello stile allo Stadium insieme al’ottavo scudetto consecutivo, il suo quinto personale. E scusate se è poco.

 

 

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