Serie A

Inter, l’ex ds Sabatini: “Dispiace aver lasciato, ma non potevo fare il mio calcio”

L’ex di parla del suo passato all’Inter

Walter Sabatini sull’Inter. L’ex dirigente sportivo parla ai microfoni di Sky, ricordando la società nerazzurra con la quale ha lavorato fino al 28 marzo. L’ex coordinare delle formazioni di Suning ha dichiarato: “La mia è stata una scelta dolorosissima, perché per me l’Inter è il massimo dal punto di vista professionale. A certe condizioni non pensavo di poter essere utile ad una squadra che merita un lavoro diverso da quello che avrei potuto sviluppare qui. Ho creduto di non poter assecondare i desideri dei tifosi. Ma non essendoci i presupposti ho preferito ringraziare Suning. Ma qui non avrei potuto fare il mio calcio né contraccambiare fino in fondo la fiducia, per le procedure e il modo di affrontare la vita del club che non erano affini al mio modo di sviluppare questa attività. Chiedo scusa ai tifosi dell’Inter per questo. Però Spalletti è una garanzia per centrare la Champions League, io lo definisco il dirimpettaio della follia. Ma il calcio senza un pizzico di follia non si gioca, non ha senso. Non servono geometri o personaggi che pongono un’attenzione maniacale sulle cose. Spalletti vive il calcio come un arte, con una sofferenza incredibile ed è un allenatore importante”.

Sulla società giallorossa: “Sento ancora mia la Roma”

Dal 2 maggio 2011 al 7 ottobre 2016 lavora presso la società sportiva della Roma. Inizia la sua esperienza lavorativa come consulente di mercato dei giallorossi e poco dopo diventa direttore sportivo. Sul suo passato alla squadra capitolina dice: La sento ancora mia, ci sono 9/11 dei ragazzi che nel tempo sono stati acquisiti. Non è una storia estemporanea, ma un lavoro a monte che è stato fatto. La Champions League? Li seguo con grande affetto e anche con la consapevolezza che potrebbero produrre un risultato leggendario. Me lo auguro con tutto il cuore”. Sul suo futuro dice: “Io sopporto il mio futuro, sarò pronto a qualsiasi nuova possibilità che mi sarà data, perché sono un uomo che senza calcio perde l’orientamento nella vita. Ho bisogno di una priorità e la mia priorità è il calcio”.

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