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Nazionale, Pirlo: “Entrare nello staff? La Figc non ha più voluto”

Intervistato da Enrico Currò per i microfoni de La Repubblica, Andrea Pirlo nella lunga intervista ha parlato della Nazionale. L’ex campione del mondo del 2006 ha parlato dell’assenza di giovani in tra le fila azzurre.

“L’allarme di Mancini? Succede da un po’: tanti stranieri sono meno bravi dei nostri. Capita anche in B e perfino nelle categorie inferiori. Probabilmente costano meno ai club, anche in ingaggi, altrimenti non vedo il senso. È il quarto allarme consecutivo, dopo Prandelli, Conte e Ventura? Penso che per un ct il problema sia riferito soprattutto alle grandi. Inter, Juventus, Napoli e anche Roma non schierano molti italiani. L’eccezione è il Milan, e tra le altre la Fiorentina”.

“In serie A manca il coraggio coi talenti? Il coraggio non è mai stato una dote degli allenatori italiani: spesso hanno preferito dosare il minutaggio dei ragazzi. È difficile che un diciottenne tolga il posto a uno di 28-30 anni – ha continuato Andrea Pirlo – Giusto convocare Pellegri e Zaniolo? Sì, penso che Mancini volesse vederli sul campo, anche se Pellegri si è fatto male. I giovani hanno meno occasioni rispetto a voi campioni del mondo? Lo specchio del valore di una generazione è l’Europeo Under 21. L’ultimo vinto è del 2004. Significa che da allora non c’è abbastanza qualità per rivincere”.

L’ex centrocampista ha parlato anche della sua mancata partecipazione allo staff della Figc: “Perché non sono entrato nello staff della Figc? La Figc non ha più voluto. Avevamo l’accordo e mi era stato detto che non ci sarebbero stati problemi coi miei impegni. Invece, dopo la presentazione del palinsesto di Sky, mi hanno detto che c’era conflitto d’interesse.

Chiusura su due vecchie conoscenze della Nazionale e sul suo erede: “De Rossi e Buffon ancora in Nazionale? Dipende dalle loro ambizioni: se vogliono, possono. Sono titolari nel loro club. Il mio erede designato è Tonali, regista del Brescia? Mi hanno detto che è forte: lo guarderò. Il talento si allena? Sì. Se vuoi migliorare, devi andare oltre. Il talento da solo non basta: in 2-3 anni te lo mangi”.

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