Champions League

Albertini: “Milan credi nella rimonta, l’Inter concede”

Demetrio Albertini, ex calciatore del Milan, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui ha parlato delle possibilità di rimonta dei rossoneri nel derby di Champions contro l’Inter. Di seguito le sue parole.

Le dichiarazioni nell’intervista alla Gazzetta dello Sport di Albertini sulle possibilità di rimonta del Milan sull’Inter

Sulle possibilità di rimonta del Milan: “Sì, sarà difficile, sarà durissima, ma non è impossibile. L’Inter è più forte del Milan, lo ha dimostrato in tutti i derby giocati in queste due stagioni, anche in quelli vinti dal Milan. Attenzione, però: i nerazzurri sono superiori ma non imbattibili, perché tranne che a Riad, in ogni derby hanno concesso delle ‘finestre’ di vulnerabilità di cui il Milan può e deve approfittare. E’ da questo concetto che bisognerà ripartire martedì”.

Sull’approccio dei rossoneri: “Ecco, questo è l’aspetto che più mi ha deluso del Milan visto l’altra sera. In squadra ci sono alcuni calciatori che stanno giocando una semifinale di Champions per la prima volta e forse ultima volta in carriera: devono avere molto ben presente di che cosa si tratta. L’atteggiamento del primo tempo con l’Inter è quanto di più lontano possa esserci da una partita di questo livello. Quando prepari una partita così, non puoi pensare di poter pensare di subire un gol, come è successo al Milan con Dzeko: può succedere di essere colpiti a freddo , ma la squadra deve continuare a fare quello su cui ha lavorato in settimana, altrimenti crolla tutto”.

Su Leao: “Fa la differenza, nel derby di settembre ha dimostrato di poter travolgere anche i difensori dell’Inter. E può liberare metri per Hernandez. Con Rafa e Theo insieme, arrivano palloni in area anche a Giroud. Ma ripeto, la base è lo spirito di sacrificio di tutto il gruppo. Dovranno andare in campo carichi, generosi e lucidi, sapendo che siamo sul 2-0 per l’Inter ma che è solo il primo tempo. E che la ripresa può durare anche 120 minuti. Vorrei giocarla anche io, devono sentirsi invidiati, altro che paura”.

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