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In casa Milan si tirano le somme dopo il primo anno “cinese”

Yonghongli Milan primo anno insieme

E’appena trascorso un anno dalla trasformazione più importante della storia recente del Milan. Il club, dopo un ventennio targato Berlusconi, ricco di trofei nazionali ed internazionali, passa nelle mani di Yonghongli. Il neo presidente cinese, che non conosce in maniera così approfondita il calcio decide di lasciare il lavoro “sporco” nelle mani di Fassone & Mirabelli, due dirigenti italiani che conoscono bene il loro ‘modus operandi’.

Dopo un anno di gestione cinese cosa rimane? Quale appunto si può fare alla nuova presidenza? Vedendo il mercato faraonico dell’estate scorsa nessuno avrebbe nulla da obiettare riguardo alle volontà del nuovo numero uno rossonero. Restano però le mille domande sulla provenienza dei fondi, sui prestiti del fondo bancario “Elliott” (che quei 300 milioni li rivuole eccome) e sulla credibilità finanziaria di Mister Li, che anche in Cina non se la sta passando bene. Intanto a Milano la Procura ha aperto un fascicolo per riciclaggio di denaro e nuove nubi rischiano di addensarsi sul futuro del club.

Da Montella a Gattuso

Da un punto di vista prettamente tecnico e di campo, vanno sottolineati gli enormi sforzi della squadra. Ad un anno di gestione cinese non si può non dire che il gruppo Milan non sia diventato più solido, più consapevole nei propri mezzi. Sono arrivati sì giocatori importanti e ne sono stati trattenuti altri (vedasi Donnarumma e Suso), ma la compattezza dello spogliatoio sembra essere migliorata. I meriti vanno indubbiamente anche a Gennaro Gattuso, che ha saputo riportare il DNA Milan tra le mura di Milanello. Non che a Montella vadano addossate colpe non sue, ma anche lui aveva bisogno di maggior tempo per amalgamare il tutto. Ma si sa, nel calcio di tempo non ce n’è e l’allenatore paga sempre per tutti. Una regola non scritta che è valsa anche per il tecnico campano.

Una Finale di Coppa Italia da giocare

Fare resoconti ora, a 365 giorni dall’insediamento di Yonghongli potrebbe risultare quasi poco specifico. Va inserita infatti una speciale postilla, quella che porta alla Coppa Italia. La finale del 9 maggio contro la Juventus allo Stadio Olimpico potrà consegnare per la prima volta alla nuova proprietà un trofeo. Non una coppa di quelle che fanno sognare, ma una di quelle che fa “progettare” e magari, anche a lungo termine.

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