Serie A

Inter, Mazzola: “Rifiutai la Juventus per mio papà Valentino”

Mazzola alla Juventus, questo sarebbe potuto essere il titolo dei giornali dell’epoca. Un trasferimento che però non si è mai verificato, anche per non fare un torto a papà Valentino.

Mazzola alla Juventus, la rivelazione dell’ex stella dell’Inter

L’ex stella dell’Inter, figlio della leggenda del Torino ha rivelato questo importante retroscena di mercato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, nel giorno del 100esimo anniversario dalla nascita di suo padre Valentino, scomparso nella tragedia del grande Torino a Superga.

“Mamma si era risposata con Piero, persona eccezionale. Lei non voleva che giocassi, mi ripeteva che tutti mi avrebbero paragonato a Valentino, un peso troppo grande da portare. Il mio patrigno invece mi lasciava libero di provarci. Fu lui ad accompagnarmi al provino con l’Inter e fu lui che mi accompagnò al provino col Torino: troppo magro per poter diventare un calciatore vero, il giudizio. Devo dire che il massaggiatore Zoso mi portò a vedere l’armadietto di Valentino prima della partitella-test. E avevo pure alzato gli occhi verso Superga… Un disastro”.

Devo molto a Veleno Lorenzi, l’ho detto spesso e lo ribadisco oggi: una persona di gran cuore che aveva stretto una solida amicizia con papà in Nazionale. E nelle giovanili ho avuto Peppino Meazza e Giovanni Ferrari come maestri, quindi mi hanno svezzato bene. Poi il Mago e la famiglia Moratti… Insomma, la sorte mi ha ripagato. Ho fatto bene a dribblare quei controlli e quei divieti di mamma Emilia: per andare ad allenarmi mettevo le scarpette fuori dalla porta la notte prima e al mattino le infilavo in cartella”.

Ho fatto bene anche a dare retta a mamma Emilia quando l’Avvocato in persona mi propose di passare alla Juve in cambio di un ingaggio raddoppiato e una concessionaria Fiat. Mi presi un giorno per riflettere, ne parlai subito in famiglia e mamma mi gelò: Sandrino, il figlio primogenito del capitano del Grande Torino, non può giocare nella Juventus. Pensai subito che avesse ragione”.

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