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Ibrahimovic: “Io vengo da un altro pianeta. Alla Juve mi hanno fatto capire che…”

Zlatan Ibrahimovic sta infiammando il calciomercato italiano con il possibile e clamoroso ritorno al Milan. Una suggestione non solo per i rossoneri ma per la Serie A nel suo complesso. Quando parla Ibra non lo fai mai dicendo banalità e facendo emergere tutto il suo ego. Ai microfoni della BBC l’attaccante svedese ha parlato a 360° soffermandosi sulla Juventus e Fabio Capello.

Ultime calcio parole Ibrahimovic

Io vengo da un altro pianeta. Il mio pianeta si chiama Zlatan Planet: qualche cosa che nessuno ha mai visto. Sono un ragazzo di quella zona che tutti chiamano ghetto: mi vedevano diverso, non mi facevano sentire il benvenuto, ma ho mostrato loro qualcosa di diverso e ora gli altri mi seguono. Lo United era la squadra giusta per me. Il club e la maglia che dovevo far brillare e io l’ho fatto. Lì mi sono sentito come `Benjamin Button´, stavo diventando ogni giorno più giovane. Poi, purtroppo, mi sono infortunato. Quando è successo non ho capito a cosa sarei andato incontro, perché non avevo mai avuto un infortunio serio. Ero come Superman, indistruttibile. Nessuno poteva rompermi. Allora mi sono detto `questo non è modo di smettere di giocare a calcio, voglio tornare e giocare come facevo prima’”.

La Juventus e Capello

Dal primo giorno di allenamento alla Juve ho sentito Capello gridare ‘Ibra’. Prendeva i ragazzi delle giovanili e li faceva allenare con me: loro crossavano, io dovevo fare gol. Ogni giorno per 30 minuti. Io volevo solo andare a casa perché ero stanco e non volevo più tirare, né vedere la porta e i portieri. Sentivo sempre quell’urlo ‘Ibra’ e sapevo cosa significasse. Tiravo, tiravo. Alla Juve mi hanno fatto capire ‘qui siamo ad alti livelli, sei un attaccante, quindi devi darci gol. Se non li fai, non abbiamo bisogno di te’. Tutto era nuovo per me: grande squadra, grandi giocatori, grande allenatore, grande storia”.

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