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Aia, Tommasi tra paura e solidarietà per il brutto gesto alla classe arbitrale

Tommasi sull’Aia: “Una violenza che ha dei precedenti”

Ogni mestiere ha i suoi pro e i suoi contro. Ma quello dell’arbitro è sicuramente tra le arti più ricche di svantaggi. Cala il sipario sull’Associazione dell’Aia, che una decina di giorni fa se l’è vista davvero brutta. Una serie di buste con proiettili recapitate al presidente Marcello Nicchi, al vicepresidente Narciso Pisacreta e al designatore Nicola Rizzoli. Un colpo che arriva senza sparo, ma fa ugualmente paura e altrettanto rumore.

Della vicenda ne ha parlato oggi Nicchi nel corso di una conferenza stampa, appositamente e straordinariamente convocata. “All’Associazione italiana arbitri sono arrivati plichi con pallottole indirizzate a me, al vice presidente e al designatore Rizzoli. La cosa è stata portata all’attenzione della Digos e del Viminale, regolarmente denunciata e ora seguiremo gli sviluppi”. Si è cosi espresso davanti ai microfoni, per poi continuare con il suo telefonino in un tweet: “Chi è a servizio dello sport va prima di tutto ringraziato! Gli errori si possono criticare, i valori vanno riconosciuti, i garanti delle regole vanno difesi! Assocalciatori sta dalla parte dello sport, no alla deriva violenta”. 


Fatti gravissimi, che secondo Nicchi scaturiscono da un clima pesante che ha dei lontani precedenti. Tra gli aspetti che si faticano ad accettare, spiega, c’è sicuramente la vicenda dell’arbitro Di Bello, direttore di gare di quel famoso LazioTorino. Si è ora aperta un’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, titolare dell’antiterrorismo. Il gesto ha inoltre inevitabilmente scaturito la reazione dell’intera classe arbitrale, che starebbe pensando ad uno sciopero per una giornata.

 

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