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Inter, Simoni: “A volte non capisco Spalletti”

Nel giorno del suo ottantesimo compleanno, Gigi Simoni si è raccontato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport parlando dell’Inter di Spalletti e della partita con la Juventus del 1998.

Simoni attacca Spalletti

“Spalletti è un buon allenatore, ma a volte non lo capisco. Il tecnico ideale sarebbe Simeone, è di un’altra categoria. L’ho avuto come giocatore e in un quaderno aveva già gli appunti sui metodi di lavoro di tutti i suoi allenatori. Mai visto uno così.

A quale squadra sono più affezionato? ll primo amore è stato il Grande Torino che ho visto da bambino con mio papà. Poi ho giocato nel Toro con Meroni, quando ci chiamavano “i Luigi d’oro” e per questo seguo con simpatia il Torino, anche perché Cairo è sempre stato molto affettuoso con me. E poi nel Torino c’è Petrachi, mio ex giocatore, che è bravissimo. Il vero tifo, però, è per l’Inter, il grande amore professionale. E per tutti i tifosi io sono sempre l’allenatore dell’Inter.

Non mi aspettavo di essere mandato via. Moratti, però, ha riconosciuto di avere sbagliato e adesso abbiamo un ottimo rapporto, perché è davvero una persona splendida. A Natale mi ha mandato un panettone enorme, con gli auguri. La Uefa vinta a Parigi è il ricordo sportivo più bello, ma poi scappai amareggiato negli spogliatoi per le voci che circolavano su Zaccheroni. E infatti non ci sono nelle foto dei festeggiamenti”.

Juve-Inter del ’98

“È una ferita che rimarrà sempre, anche perché Ceccarini ripete che aveva visto giusto. Quando ci siamo trovati a qualche cerimonia, io l’ho salutato e lui ha fatto finta di non riconoscermi. Il giocatore più forte che ho allenato? Ronaldo. Conservo ancora la sua maglia sporca di fango, dopo la doppietta a Mosca. Ma non dimentico West, che mi manda ancora tartarughine in legno”.

 

 

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