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Juventus, a confronto tutti gli aspetti negativi e quelli positivi dei primi mesi di Sarri

Dopo la “fatal” Verona in casa Juventus non si fa altro che parlare del possibile esonero di Sarri. Un argomento di discussione questo che mai come ora tiene banco tra ipotesi, possibilità e rumors di (fanta)mercato quantomai improbabili. A fare da pacere, o quantomeno a placare le acque ci ha pensato direttamente il presidente Agnelli, immortalato ieri sera assieme a Paratici e allo stesso Sarri in un ristorante del centro a Torino.

Sarri esonero: alla Juventus i numeri dicono no ma il gioco sì

E’ un vero paradosso per tutto l’ambiente bianconero ritrovarsi ora, a metà febbraio, parlare di un possibile esonero di Sarri. E sia ben chiaro, non per i numeri o per degli obiettivi già falliti, ma per la preoccupante discesa in un gioco offensivo meno ardito addirittura rispetto a quello di Allegri. Non era in realtà proprio quella la motivazione principale che aveva spinto la dirigenza a cambiare? E certo è che rischiare ora di perdere lo scudetto dopo un cambio in panchina voluto, suonerebbe ai più come uno sberleffo.

Sarri via dalla Juve non è una pista percorribile

Ma davvero Sarri “via dalla Juve” sarebbe un passo percorribile? Conoscendo il ‘modus operandi’ della società juventina certo che no e proprio a questo è servita la cena chiarificatrice tra i tre massimi organi della Juventus ieri sera. Cene distensive e di riassetto che anche sotto la precedente gestione sono state effettuate e che non hanno altro che obiettivo quello di evitare una sbandata netta, repentina.

Anche perché i numeri parlano di una squadra in linea con i numeri degli 8 anni precedenti e di una Champions disputata fino ad ora come mai prima. In Coppa Italia i 7 gol nelle due gare (sebbene entrambe allo Stadium) hanno fatto intendere che sì, la Juve è ora maggiormente squadra di coppa di quanto non lo sia in Serie A e questo, va sottolineato, era l’obiettivo primario in estate.

Esonero Sarri

L’eterno confronto tra Sarri e Allegri

Se c’è qualcosa che fa storcere il naso pensando alla Juventus di Sarri è indubbiamente la sua scarsa propensione al gol della squadra, che non provenga solo da Cristiano Ronaldo ovviamente. La squadra bianconera è totalmente dipendente da un singolo che, seppur di levatura mondiale nella storia di questo sport, non puo’ rappresentare lui soltanto la chiave di volta di una rosa comunque fortissima. Anche con Allegri la storia era più o meno simile (il match con l’Atletico e il doppio confronto con l’Ajax sono lì a testimoniarlo) ma non fino a questo punto.

Nel 2020 CR7 ha messo a segno il 90% dei gol della Juventus. Un dato allarmante che va di pari passo con l’acclarata difficoltà di un centrocampo che vede l’eclissarsi di Pjanic e di tutti gli altri, eccezion fatta di Bentancur. Mancanza di una quadra, di un’identità tattica univoca, ma più in generale di tutti quei dettami tattici che Sarri avrebbe dovuto portare in dote con sé: pressing alto, terzini altissimi, duetti e passaggi di prima. Tutto cio’, visto solo a fasi alterne sta bastando, per ora. Ma basterà una Juve al 70% per tenere testa ad un’Inter così famelica?

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