CuriositàNazionale

Balotelli, il personal coach: “È un leone, vuole diventare il numero uno”

Personal coach Balotelli, la rinascita di SuperMario

Sta per chiudersi la parentesi Nizza per Mario Balotelli. Una parentesi in cui l’attaccante ex Milan ed Inter è tornato ad esprimersi su buoni livelli, riconquistando anche la chiamata dalla Nazionale di Roberto Mancini, suo mentore in nerazzurro.

Diverse squadre sarebbero pronte a puntare su di lui (Marsiglia in Francia, Parma ed Atalanta in Italia), tornato su buoni livelli anche grazie al lavoro di Armando Caligaris, 49enne professore di scienze motorie, che da inizio 2017 lavora nell’entourage dell’attaccante azzurro come personal coach. Sulle colonne della Gazzetta dello Sport, Caligaris ha parlato del lavoro svolto con l’attaccante italiano: “Gran parte del merito va riconosciuto a Mario. Ha creduto in un percorso nel quale si è impegnato con anima e corpo. I primi risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Mario era fermo per la pubalgia, il Nizza aveva concesso tre giorni di riposo e lui voleva ritornare a Brescia. Rimase in Francia, ma con disappunto, e ci trovammo intorno ad un tavolo. Incrociai il suo sguardo e trovai inutile dire quello che mi ero preparato. Non era attento alle mie parole, però mi soppesava. In quei secondi ho avuto conferma di ciò che pensavo: Mario è un leone della savana. Gli chiesi se fosse ancora in grado di sognare, di porsi obiettivi a corto e lungo termine. Rispose che sul breve voleva guarire dalla pubalgia. Poi abbiamo sognato insieme ad occhi aperti sui traguardi a lungo termine e un sogno si è già avverato, il ritorno in Nazionale”.

Balotelli punta al top

“Gli domandai: vuoi ritornare tra i primi dieci giocatori al mondo? Mi rispose che voleva diventare il primo. Da lì nasce la sua frase sul Pallone d’oro dell’ altro giorno. Il vero obiettivo sulla distanza è il Mondiale del 2022 in Qatar, ma un passo alla volta, senza presunzione né fretta. Non puoi insegnare calcio a Balotelli. E non interferisco con il lavoro atletico del club d’appartenenza del giocatore. Ci siamo concentrati su riabilitazione dalla pubalgia, analisi posturale e prevenzione.

Poi abbiamo svolto un esercizio teso a migliorare l’ esplosività di Mario, già ottima di per sé. Mario è un talento, ma gli ho spiegato come il campione sia un concentrato di più talenti, non soltanto tecnici, atletici o tattici. Il talento è colui che è continuo nei 90 minuti e nell’intera stagione. E per essere continui bisogna gestire al meglio gli stati dell’attenzione e delle emozioni. Mario giocatore è nato per esprimere l’arte del calcio, è un leone della savana e non avrei lavorato con lui se si fosse omologato a chi lo vuole leone da zoo o da circo”. 

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio