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Calciomercato, le perdite del calcio dovute al virus

Calciomercato, quanto potrebbe perdere il calcio col Coronavirus? Quali sono le stime di perdita del calcio mondiale nel 2020?

Quale sarà il peso del Coronavirus nelle stagioni dei prossimi sei anni? A tutto questo e a molto altro, risponde uno studio di OpenEconomics.

 

2020: Calcio e coronavirus

Le proiezioni di OpenEconomics, hanno provato a dare una risposta ai tanti interrogativi del mondo del pallone durante l’emergenza Covid-19. Partiamo subito dal dato generale: 14,5 miliardi. È questa – stando alle proiezioni – la perdita attesa di ricavi qualora non venissero conclusi i campionati della stagione in corso. Una perdita a livello mondiale nel 2020.

5,1 miliardi di euro sarebbe, invece, la perdita mondiale dei ricavi stimata per il 2020 se si dovesse tornare a giocare e concludere la stagione. Ma le previsioni di OpenEconomics non riguardano soltanto l’anno in corso, bensì guardano anche al futuro del calcio.

 

QUANTO PERDE IL CALCIO IN 6 ANNI?

 

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In questo senso ecco il quadro più ampio. Ecco in questa grafica (la linea nera) la crescita stimata del calcio, nel corso degli anni fino al 2025 – se non ci fosse stato il Covid-19. Una crescita evidente, e costante.

 

 

 

coronavirus concentrazione

 

La DOMANDA:  Ecco invece l’arrivo del virus e la contrazione di questa crescita (la linea tratteggiata): una contrazione evidente nel 2021 e dovuta a una crisi generale della domanda. Dal tifoso agli sponsor, tutti avranno meno da soldi da spendere per il calcio.

 

 

offerta

Allo stesso tempo anche l’offerta subirebbe una modifica perché le società, ora come ora, non sarebbero in grado di fornire lo stesso prodotto di prima. Contrazione variabile in base ai 2 scenari: quello in cui si tornerà a giocare a porte chiuse concludendo la stagione (linea azzurra), e quello in cui non verranno portati a termine i campionati (linea rossa).

 

 

 

cosa accadrà in futuro

Sommando le linee tratteggiate della contrazione di domanda e offerta, si arriva a capire cosa accadrà in futuro.  Questo l’effetto diretto del Covid-19 sul calcio (le linee continue azzurra e rossa, in base allo scenario di conclusione o meno dei campionati). L’area evidenziata in figura rappresenta invece la stima di perdita del calcio mondiale nei prossimi 6 anni.

 

 

grafico 2025

Secondo OpenEconomics, tra sei anni (2025) si tornerà agli stessi livelli produttivi pre Covid-19, ma nel frattempo ci sarà stata una crisi profonda. Nel grafico i milioni di euro stimati di perdita nel medio periodo anno per anno, in caso di stop ai campionati  di ritorno in campo.

 

 

 

grafico perdita

Una crisi che, in Italia, sarebbe da circa un miliardo di euro per le prossime due stagioni se si concludessero i campionati. Ancora peggiore lo scenario con lo stop definitivo alla stagione.

 

 

riduzione salari

A fronte di questa perdita, il modo per uscirne è la contrazione dei costi. Il costo principale per una società sono gli stipendi, soprattutto quelli dei calciatori, che incidono mediamente intorno al 70% dei ricavi.

Quindi ci sarà necessariamente una contrazione, dovuta non solo dalle trattative individuali che i club avranno coi calciatori, ma imposta dal mercato.

Una contrazione media del valore dei salari che sarebbe circa del 14% se si tornasse a giocare. Un totale di 4.1 miliardi. In Italia sarebbe di circa 380 milioni l’anno.

 

Stop definitivo ai campionati: ecco casa accadrebbe

Questo invece, il diverso scenario sui salari in caso di stop definitivo ai campionati.

 

prezzi di mercato

La contrazione non sarebbe equamente distribuita. Ci saranno giocatori top con oscillazioni limitate del proprio ingaggio, mentre i meno talentuosi (e più sostituibili) avrebbero più perdite. E così anche la perdita potenziale di valore del cartellino dei giocatori.

 

impatti prezzi di mercato

La Premier avrebbe, una diminuzione media di circa 1 miliardo sul prezzo dei giocatori e di 600 milioni circa la A (le colonne rosse). La riduzione percentuale dei prezzi, si alzerebbe di più nei campionati non top (la linea verde), stesso discorso per la riduzione percentuale dei salari (la linea grigia).

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