Padelli: “Guardare Handanovic che si allena è uno spettacolo”

Causa stop di Samir Handanovic, il secondo portiere dell’Inter Daniele Padelli si è ritrovato all’improvviso guardiano della porta nerazzurra, contribuendo al tortuoso cammino stagionale della squadra di Antonio Conte. Nel classico appuntamento con i tifosi live sui social ufficiali del club, Padelli si è confessato:

Ciao Daniele, come stai vivendo queste settimane?

“Bene, nonostante la barba. Speriamo di uscire al più presto da questo brutto periodo. Siamo chiusi in casa con mia moglie e i piccoli, perciò approfitto per stare con loro, per godere delle piccole cose a cui in tempi normali quasi non vedi. Non riesco comunque a non pensare a chi soffre nel mondo in questo momento”

Il figlio maggiore ha capito cosa sta succedendo?

“Gli abbiamo spiegato del virus e della polizia pronta a intervenire su chi esce da casa. Per fortuna il piccolo giardinetto di cui disponiamo aiuta a passare le giornate, giocando e riposando in serenità”

Come prosegue l’allenamento casalingo?

In questo periodo ci stiamo allenando alla lettera rispetto a quelle che sono le linee guida dello staff tecnico. Allenarsi ad Appiano è certamente tutta un’altra cosa. Noi portiere non facciamo le ripetute come gli altri”

Com’è stato sostituire Handanovic quando è arrivato il momento di farlo?

“Emozionante, adrenalinico, pieno. Sostituire Samir è complicato, per me a oggi è il più forte portiere d’Europa. Ho sentito tanta pressione, tanto timore, ma pure tanto orgoglio. Non è scontato entrare così dal nulla e fare bene. Tra gli allenamenti e il campo cambia tutto.

Il portiere poi, dopo tanto tempo di inattività, soffre il ricambio immediato. Ho giocato gare importanti, cariche di tensione, che possono segnare la stagione. Per fortuna si andava in campo ogni tre giorni e non c’era tempo per pensare troppo”

L’emozione più grande all’Inter qual è stata?

“A Roma contro la Lazio per la Champions, indescrivibile. Poi il derby dà emozioni uniche, è composto da tante partite in una. L’ultimo, durante la settimana, lo avevo giocato nella mia testa almeno sette-otto volte. E’ stato complicato, ho commesso qualche sbavatura, ma per fortuna nel secondo tempo le cose cambiarono.

Poi un’esplosione di gioia. Per me, per la mia famiglia che mi portava qua e là per gli allenamenti, per i sacrifici di chi mi sta vicino, quelli sono momenti importanti per i quali sarò sempre grato. Sono orgoglioso di vestire questa maglia e spero di poterlo fare ancora a lungo”

Come si reagisce all’errore?

“Diciamo che non è facile da gestire: se il portiere sbaglia, è finita. In qualche modo bisogna reagire, deve accompagnarti poi per tutto il tempo il pensiero che non si può più fallire. Psicologicamente è un processo intenso, pesante, dove l’esperienza gioca un ruolo chiave. Non ci si può esaltare al miracolo, ma neppure fare il contrario dopo un errore”

Handanovic ti dà indicazioni in allenamento?

“Già solo guardarlo Samir è uno spettacolo. Fa sembrare cose difficili, le più semplici del mondo. Ha una cura del dettaglio impressionante, non si accontenta mai del suo talento, vuole migliorare sempre. Un professionista serio e per questo ha tutta la mia stima”

Come ti senti prima di andare in campo?

“C’è un mix di tensione ed emozione, gira qualcosa dentro lo stomaco, sono emozioni particolari che ti fanno sentire vivo, importante, presente. Quando inizi il riscaldamento poi l’emozione, vuoi o non vuoi, devi lasciarla fuori”

Giocare contro l’Inter com’era?

“Soprattutto a San Siro era un sogno. Un’occasione bellissima perché volevo mostrarmi all’altezza dei nerazzurri. L’ultimo anno a Torino siamo pure riusciti a vincere, fondamentale per la salvezza granata”

Quando hai iniziato a giocare?

“A sette anni, prima avevo anche provato altri sport. All’inizio non facevo il portiere, ho fatto tanta gavetta a partire dalla squadra del paese. Sono riuscito ad arrivare in alto.

Sensi chiede chi è il più permaloso della squadra?

“Lui. No va beh, ce ne sono diversi, ma va bene così. Aumenta la voglia di scherzare. D’Ambrosio è uno dei più permalosi, ma anch’io non scherzo…”

Con Ranocchia e Berni siete molti amici?

“Sì, quando parlano le nostre mogli, si riferiscono a noi come fossimo compagni nella vita. Sono quelle amicizie che nascono per svariati motivi, ma che poi durano nel tempo. Spero che questo nostro rapporto possa continuare perché si è instaurato davvero un rapporto speciale”

Dei giovani portieri italiani chi vedi bene in futuro?

Meret a Napoli può fare tanto bene. Donnarumma è ancora giovanissimo e può migliorare tanto. La scuola italiana per i portieri in generale è tra le migliori”

Il tuo idolo chi era?

“Essendo tifoso dell’Inter dalla nascita, ogni portiere diventava un riferimento: da Pagliuca a Julio Cesar, tutti”

Piatti preferiti?

“La polenta di mio padre, gli gnocchi di zucca e ultimamente anche la pizza di mia moglie: si sta veramente specializzando. Io non sono bravo in cucina, sinceramente non sono portato. Però poi sistemo tutto e mi rilasso pure”

Mai pensato di fare il modello?

“No, il mio sogno è sempre stato quello di fare il calciatore”

Come riesci a essere sempre sorridente?

“Caratteristiche naturali, prendo sempre il positivo delle cose, faccio il lavoro più bello del mondo e ho una famiglia che amo e mi fa stare bene. La mia felicità viene fuori facilmente”

Quanto ti piace il tuo Friuli?

“E’ in una posizione strategica, puoi scegliere se andare a sciare o andare al mare, in relazione al tipo di stagione. Le persone sono concrete, non si abbattono nelle difficoltà della vita. Lì ci si rimbocca le maniche, e si aiutano molto pure gli altri”

Serie Tv preferita?

“Non guardo molto la tv perché i bambini ti portano via parecchio tempo. Ho guardato Freud, sto guardando adesso La Casa di Carta

La parata più bella che ricordi?

“Stilisticamente possono essercene tante, ma quella bella è quella che determinata al momento giusto il risultato. L’estetica serve a poco, serve portare a casa i punti”

Chiudiamo così: con chi ti sei scambiato la maglia nel corso della tua carriera?

“O la scambi con un altro portiere, oppure non la vuole nessuno. A casa ho le maglie di Eto’o e Zanetti: chiedevo a Samir di parlargli per averla

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