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Nazionale, i nomi su cui Roberto Mancini vuole puntare

Nazionale Mancini Nations League: 4-3-3 e Bernardeschi Balotelli Insigne

La nuova Nazionale di Roberto Mancini, dopo la mancata qualificazione ai Mondiali (non per colpa sua ovviamente) è chiamata a risollevarsi. L’Italia ha bisogno di essere annoverata ancora in quella stretta cerchia di pretendenti per la vittoria finale di un titolo, europeo o mondiale che sia. Fa parte del DNA azzurro, della storia di un Paese che dietro al calcio e nel calcio, si identifica come un totem religioso.

Mancini ha su di sé il peso di una FIGC che senza strapagarlo eccessivamente gli ha conferito le chiavi di Coverciano ed in sostanza, il futuro prossimo del calcio italiano. Ma su quali giocatori ripartire? Innanzitutto dal giusto mix di esperienza e gioventù, sebbene non ci sia ancora quel processo ‘ex novo’ che ha colpito invece Francia e Germania quasi un decennio fa.

Balotelli, Bernardeschi e Insigne gli uomini in avanti su cui poggiare le fondamenta della nuova Nazionale che verrà. Questo sarà infatti anche il tridente d’attacco che scenderà in campo questa sera contro la Polonia, nel primo ‘test match’ di UEFA Nations League. Nessuno dei tre attaccanti arriva a 30 anni: classe 90′ il primo, del 94 e del 92 gli altri due. Una media di 26 anni che ci proietterebbe con maturità giusta ai prossimi mondiali di Qatar nel 2022 e ancor meglio ai prossimi europei 2020.

Puntare sui giovani incompiuti: da Cristante e Pellegrini fino a Caldara e Rugani

Oltre al modulo e agli interpreti offensivi, c’è da registrare molto di più nella Nazionale che sta nascendo. Un esperimento non del tutto embrionale, testato prima da Conte e poi (solo in parte) da Ventura. Ci sono molti giovani interessanti che stanno per sbocciare in grandi club di Serie A.

Vedasi ad esempio Caldara, Calabria e Romagnoli del Milan, o Rugani della Juventus, così come i due centrocampisti della Roma, Cristante e Pellegrini. Uno su tutti resta il classe 1997 Federico Chiesa, che ha fatto vedere a soli 20 anni delle grosse qualità anche ad alti livelli.

Ripartire dalle certezze tecnico-tattiche: uno solo tra Balotelli Immobile e Belotti

La Nazionale di Mancini dovrà essenzialmente ripartire da delle certezze tecniche ma anche tattiche. Un impianto di gioco che sia uno, ben marcato e non variabile di partita in partita ed avere un doppione per ogni ruolo. Una gestione della Nazionale come quella di un club, è questa la via maestra che hanno intrapreso Spagna, Francia e Germania, non a caso le ultime tre vincenti del titolo mondiale.

Ripartire da quelle gerarchie e da quei tre o quattro concetti messi nero su bianco all’epoca da Conte a Coverciano e che hanno funzionato alla grande, in merito al grande Europeo disputato dagli Azzurri due anni fa. Il materiale tecnico c’è, i giovani anche, così come i grandi club che, contrariamente a quanto si è soliti dire, sono pronti a farli crescere. La maggior parte di loro infatti gioca già nelle squadre più forti del nostro campionato, basta solo farli giocare.

 

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