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Napoli, “vincere” una maledetta condanna: Sarri e quell’addio di Higuain

Il Napoli ha detto probabilmente addio al sogno scudetto domenica allo stadio Artemio Franchi con il durissimo 3-0 subito dalla Fiorentina. Simeone mattatore di quella gara ha chiuso definitivamente i giochi. Ora è tempo di leccarsi le ferite e soprattutto pensare al futuro, la prossima stagione è tanto lontana quanto vicina. 

In questi giorni si parla sempre più con insistenza del nodo principale del progetto Napoli: il futuro di Maurizio Sarri. Secondo le ultime indiscrezioni l’allenatore sembra prossimo all’addio, anche se tutto è ancora possibile. Probabilmente nessuno tra i tifosi azzurri, e non solo, auspica in un divorzio al termine della stagione. Quello che Sarri ha regalato a Napoli, al Napoli e al calcio italiano è semplicemente sensazionale. In molti spesso paragonano il lavoro del tecnico toscano a quello di Arrigo Sacchi che con il suo Milan ha scritto una pagina di storia.

Veniamo proprio al tasto dolente di tale paragone: la storia la scrivono i vincitori. A Napoli, anche in caso di addio e senza vittorie in bacheca, difficilmente dimenticheranno questo Napoli. Il gioco e le emozioni di questa squadra e del suo “generale” hanno fatto innamorare un pò tutti i tifosi italiani. Dopo la vittoria all’Allianz Stadium tanti tifosi della Juventus hanno ammesso la bellezza di quella squadra, una cosa che solo a pensarla sembra inverosimile.

Ma appunto è proprio quel “vincere” oggi la parola più inflazionata e terrificante tra i tifosi azzurri. Gonzalo Higuain ha lasciato una ferita ancora aperta nel cuore dei partenopei: il “tradimento” nessuno lo può dimenticare. In fondo però, a Napoli qualcosa è cambiato proprio in termini di maturità: se inizialmente poteva sembrare che la delusione fosse solo per il passaggio alla Juve poi si è tradotta in ben altro. Si perché nei giorni, settimane e mesi successivi è emerso quello che ha davvero fatto male: un beniamino che scappa da codardo senza avere il coraggio di dire addio al suo popolo. È questo che ha fatto più male e che probabilmente i napoletani non gli perdoneranno mai.

A distanza di due anni dal suo addio si ripalesa un incubo, ben diverso, ma altrettanto terrificante. La voglia di vincere è proprio quella che potrebbe allontanare Maurizio Sarri dal suo popolo. Proprio l’allenatore è stato l’unico probabilmente ad aver capito Higuain nella sua scelta sin da subito: non andare alla Juve, ma andare in una squadra dove poter vincere. Poteva essere rossa, nera o viola quella maglia, l’importante per il Pipita era giocare per vincere. Proprio Sarri in fondo ha capito il suo gioiello, l’uomo che ha fatto rinascere e portato allo storico record delle 36 reti in Serie A.

Lo stesso Sarri che un anno fa con la sua squadra ha stretto un patto: tutti uniti restiamo e proviamo a regalarci e soprattutto regalare un sogno a questa città. Quell’anno è quasi terminato: bello, duro, ricco di gioie e soddisfazioni ma alla fine l’amarezza la fa da padrone. Quel sogno cullato sino a domenica alle 18.00 è svanito come il più brutto dei film horror. Ed oggi Sarri si ritrova, forse perché non conosciamo i fatti a menadito, dinanzi al dubbio che probabilmente ha assalito anche il Pipita due anni fa. Provare ancora a vincere uno scudetto con il Napoli, con la consapevolezza che varrebbe più di 10 vinti altrove, ma rischiando di vivere di una speranza vana o dire addio e pensare, giustamente, alla carriera ed in fondo anche i soldi.

Sia chiaro la situazione tra Sarri ed Higuain è ben diversa ed anche l’eventuale addio avrebbe sfaccettature ben diverse e non trascurabili. Higuain è e sarà sempre cor ngrat (per non essere volgari), Sarri resterà per sempre nel cuore della sua gente. 

Vincere una parola tanto bella e ricca di significato che però a Napoli sembra proprio rappresentare una maledizione.

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