Serie A

Napoli, Ancelotti rompe il silenzio: “Mi dicevano di essere più duro con i giocatori e questo mi ha dato fastidio”

A quasi due mesi dal suo esonero, Ancelotti torna a parlare della sua esperienza al Napoli e quei giorni in cui si è consumata la separazione, fino ad arrivare alla sua nuova avventura all’Everton. Queste le sue parole al Corriere della Sera.

Ancelotti sul Napoli

“Sono andato a Napoli perché, dopo nove anni all’estero, avevo voglia di tornare in Italia e Napoli mi sembrava una piazza interessante… Diciamo che non è finita bene, ma è stata una buona esperienza. Vivere a Napoli è una delle più belle cose che possano capitare. Poi un po’ per i risultati, un po’ per altre difficoltà, si è chiuso il rapporto. Io vengo esonerato il 12 dicembre, l’Everton ha mandato via l’allenatore ai primi di dicembre, le cose si sono combinate. Coincidenze.

De Laurentiis ha detto: “Ho pensato di cambiare”, io gli ho detto: “Sei sicuro?”, lui mi ha detto “Sì”, allora io ho detto “Ok, allora cerco un’altra squadra”. Non avevo voglia di star fermo e farmi pagare senza lavorare. Allenare in Inghilterra è affascinante, e la società dell’Everton è ambiziosa”.

Sul figlio, suo vice, molte volte criticato: “Bello lavorare con un trentenne. Davide è un allenatore con un patentino Uefa A: in Italia, non avrebbe l’età minima, chissà poi perché. Il rapporto tra noi è professionale, ma certamente mio figlio mi dice cose che nessun altro mi dice: anche sulle cazzate che faccio”.

Cosa mi ha dato fastidio? Mi dà fastidio che, quando le cose non vanno bene, mi dicano “Ah, bisogna usare la frusta, sei troppo buono, sei troppo gentile e accomodante coi giocatori!”.Ma dico: i dirigenti al mondo non conoscono come alleno? Non mi puoi prendere e poi dirmi di cambiare il mio modo non solo di allenare: il mio modo di essere. Perché io sono così, è così sono arrivati i successi. Se tu mi dici “Devi usare la frusta!”, è sbagliato, è sbagliato”.

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