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Juventus, Marotta: “Far giocare gli italiani da un gran senso di appartenenza”

La sfida della Nazionale italiana ha riaperto l’annoso problema legato al settore giovanile italiano. A tal proposito ha parlato ai microfoni de La Stampa anche l’amministratore delegato della Juventus, Giuseppe Marotta.

Le parole di Marotta

Il dirigente bianconero ha dichiarato: “In passato, specie per le società di medio-bassa classifica, la ricerca dello straniero era rara. Si è esasperata nel decennio successivo perché è diminuita la qualità dei giovani italiani e, soprattutto, perché anche i club minori si sono attrezzati con attività di scouting internazionale: la selezione è più ampia e aumenta l’opportunità di trovare giocatori a prezzi congrui. Potrà mai rigiocarsi, in Serie A, una partita con soli italiani? Difficile. È il riflesso della globalizzazione. I rapporti con l’estero sono cambiati, come le strategie: qualche anno fa era inimmaginabile un calciatore con il palmares di Sagna al Benevento. Però…. Gli stranieri sono importanti, le grandi società in particolare importano fuoriclasse per vincere, ma far giocare degli italiani dà un grande senso di appartenenza: il ciclo della Juventus è coinciso con uno zoccolo duro italiano e uno dei nostri obiettivi è non disperdere questo patrimonio”.

Su cosa fare per provare a recuperare qualità in Italia, chiosa: “Attraverso una politica di valorizzazione dei settori giovanili, con l’istituzione di Centri federali sul modello tedesco o spagnolo. Va migliorato il concetto di formazione, è fondamentale investire su tecnici preparati. Il tutto senza temere gli stranieri. Anzi, uno degli aspetti limitanti è la naturalizzazione dei giovani con radici in altri Paesi, diffusa altrove”.

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