Spezia, Nzola: “Cosa c’รจ dietro ai miei gol di questa stagione”

In una lunga lettera scritta perย Cronache di Spogliatoio, lโattaccante dello Spezia M’Bala Nzola si รจ raccontato. Di seguito un estratto delle sue parole.
Nzola, attaccante dello Spezia in una lettera: “La scorsa stagione mi ero arenato”
Sulla scorsa stagione, conclusa in modo negativo: “La scorsa stagione mi ero arenato. Non vedevo lโora finisse, dovevo resettare. Ne sentivo il bisogno. Finito il campionato, ho chiamato il mio preparatore atletico e gli ho detto: โVieni in vacanza con me, devi farmi andare a mille il prossimo anno.
La svolta di questa stagione: “Dietro ai miei gol di questa stagione, cโรจ il cambio di mentalitร che ho maturato in quei giorni. Mi alzavo dopo essermi assicurato il giusto riposo, e dopo una corretta colazione andavo in spiaggia. Indossavo il paracadute e correvo controvento, per fare forza. Avevo appena perso un anno. E un calciatore ha gli anni contatiโ.
Dalla madre erano arrivate sempre parole di conforto, ma tutto quello non poteva essere giusto: โGli allenatori e i miei compagni mi ripetevano che sono forte, che vedono negli occhi dei difensori avversari il timore di affrontarmi. Io non me ne sono mai accorto. A Francavilla, aizzavo i difensori provocandoli. Ora sono schivo in campo: resto sul pezzo, non parlo, non mi distraggo. Non ho mai chiesto una maglia e mai la chiederรฒโ.
Sul periodo decisivo: “Il momento in cui sono stato piรน vicino a mollare tutto รจ stato su un treno diretto a Francavilla, in Puglia. Mamma mia, avevo fatto una marea di provini. Riavvolgo il nastro: sono nato in Angola e cresciuto in Francia. Del mio paese natale, Buco-Zau, non ricordo molto. Sono maturato nelle periferie francesi, dove perdersi รจ un attimo. Cosa mi รจ rimasto di quel retaggio? Non lo so. Sono andato al Troyes che ero un ragazzino, ho fatto perfino un provino al Crystal Palace. Il primo di una lunga serie. Ovunque andavo, mi dicevano di no. Il mio procuratore, Didier Pingisi, mi fece avere unโoccasione con la Cremonese: giocammo il Trofeo Dossena, ma anche lรฌ niente. Ne ho fatti di test, tanti. Alla fine sono andato in Portogallo, allโAcadรฉmica. Segno allโesordio, in coppa, contro il Porto. Avevo 18 anni, per me non cโera spazio. Lโanno successivo scendo in terza serie, sempre in Portogallo. Fermata: Sertanense. Segno, ma la societร non รจ a posto economicamente. Riparte il giro dei provini. Mi rifiuta anche il Perugia. Ero esausto, il posto giusto per Nzola sembrava non esistere. Da nessuna parte. In Italia o altrove. Dissi: โBasta, torno in Franciaโ. Il mio procuratore mi telefonรฒ: โMbala, fermo. Cโรจ lโultima occasione. Si chiama Virtus Francavilla, sono riuscito ad avere un provinoโ. Partimmo in treno: 7 ore di viaggio, infinite. Io ero demotivato, lui mi disse: โQuesta รจ la tua prima finale di Champions Leagueโ. Ci fermavamo di continuo, in ogni paesino sulla costa. Il tempo non passava mai, le ansie mi salivano a gola. Non per la prestazione che avrei dovuto fare, ma per la sensazione di sconforto che mi tenevo dentro. Sarei tornato in Francia, a fare chissร cosa. Quel giorno, la Virtus giocava unโamichevole contro il Monopoli. A un certo punto, la gara venne interrotta. Pioveva, ma niente di che. Quel giorno, sugli spalti, cโera un uomo: Stefano Trinchera. Era il ds di quella squadra, oggi รจ al Lecce. Non ho mai capito cosa sia successo fino a qualche settimana fa, quando proprio su Cronache ho letto la sua intervista. Come vi raccontavo, non pioveva troppo. Lui mi vide, rimase folgorato. Per paura che ci fossero altri scout sugli spalti, con la scusa dellโacquazzone entrรฒ in campo e convinse lโarbitro a interrompere tutto. โPiove troppoโ, ma non era vero. Chiamรฒ il presidente Magrรฌ, che era in vacanza, pregandolo di tornare e firmare il mio contratto. Accadde tutto in poche ore. Io ricordo solo che era un sabato ed ero scoraggiato. In confusione, ma era la svolta.
Sul gol della svolta: “Ho capito che la storia stava tornando sui propri binari il 6 agosto 2023, circa un mese dopo la spiaggia di Mykonos. Esordio stagionale, in Coppa Italia contro il Como. Verso la fine del primo tempo un pallone si impenna, Bourabia di testa lo smista per Gyasi. Sa che ho il difensore addosso, con un colpo di tacco senza guardare manda il pallone sopra le nostre teste. Faccio finta di prendere posizione per controllarlo, ma in realtร รจ una finta per smarcarmi e correre alle spalle dellโavversario. Tocco sotto, gol“.