Serie A

Fiorentina, la lettera a se stesso di Biraghi: “Orgoglioso di me”

L’esterno difensivo della Fiorentina, Cristiano Biraghi ha scritto una toccante lettera indirizzata a se stesso, nella quale ripercorre i momenti della sua carriera. Di seguito il contenuto integrale della lettera, pubblicata sul canali social del club viola.

La lettera di Biraghi, calciatore della Fiorentina

“Caro Cristiano,
Ti ricordi quando, appena nato, papà ti mise una maglia da calcio addosso? Quello è stato il primo passo della passione che poi ti è stata impressa da papà e da tutta la famiglia.
Già a due anni, prima ancora di camminare, la cosa più importante della tua vita era un pallone: era già una passione sopra a tutto.

Ricordi quando per la prima volta, dopo i 5 anni, sei andato a dare calci al pallone nel campetto di paese? È una passione che ti sei portato avanti negli anni, fino ad oggi.
E’ una passione che poi è diventata sempre più importante ed impegnativa, visti gli allenamenti e gli impegni scolastici e le cose da far combaciare. In testa avevi sempre e solo il calcio.
Una grande passione per il calcio, una grande passione per lo sport di squadra, per le vittorie e per imparare ad accettare anche le sconfitte.
Crescendo, hai dovuto fare sacrifici. Anche sacrifici importanti: per un ragazzo giovane non uscire il pomeriggio o la sera, non andare alle feste o non stare con gli amici il fine settimana, perché ti devi allenare, per le partite, perché devi recuperare del tempo da dedicare anche allo studio.
Questo ha forgiato il tuo carattere. Se oggi sei quello che sei, soprattutto a livello caratteriale, è per questi sacrifici.

Questi sacrifici ti hanno portato a raggiungere dei grandi obbiettivi. Da bambino vedevi le partite in televisione, e dicevi: “un giorno spero di arrivare a quei livelli”. Con grande impegno e sacrificio, fin da giovane, sei arrivato a palcoscenici che neanche tu forse immaginavi, a indossare maglie di squadre prestigiose, e la maglia della tua nazione. Era il tuo sogno, come è il sogno di ogni bambino che inizia a giocare a calcio.

Devi continuare, come hai sempre fatto, ad avere questa voglia di migliorarti. Ci sono stati momenti negativi, sia da giovane che da grande. Oltre alle rinunce, tutte le bocciature che hai subito da parte di allenatori, dirigenti e società che magari non credevano in te. E’ stata una fase molto importante della carriera, per forgiare il tuo carattere, un aspetto molto importante ad oggi, che ti ha portato anche ad essere il capitano della Fiorentina e a farti rispettare da tutto questo ambiente. Sappiamo cosa significhi la fascia da capitano della Fiorentina, che è stata di Davide. Il suo ricordo è indelebile, quello che ci ha lasciato rimarrà per sempre con noi.
Ci sono stati momenti brutti, pesanti a livello emotivo. Alcuni non si possono superare. Altri però ad oggi devi ringraziare di averli passati, per diventare quello che sei. Devi ringraziare anche tutte quelle persone che non hanno creduto in te, perché ti hanno dato quella forza in più per riuscire a raggiungere i tuoi obiettivi.

Quando sei diventato grande per la prima volta sei stato convocato tra i professionisti, con quelli che guardavi alla televisione fino a pochi mesi prima. Durante il primo ritiro, ricordi, ti sentivi arrivato e pensavi di essere riuscito a raggiungere il tuo obiettivo, segnando anche un gran gol e passando da tutti i giornali e sulla stampa italiana.
Eri “il nuovo profilo per il futuro della Nazionale”. E’ stato il momento in cui ti sei rilassato, ed è stato il primo momento di difficoltà. Alla fine dell’anno sei stato mandato in prestito in Serie B, non giocavi, e pensavi che la colpa non fosse tua, ma degli altri. E’ stato un momento molto negativo. Alla fine di quell’anno ancora non capivi, pensavi di essere un giocatore arrivato: potevi anche smettere di giocare a calcio. Grazie alla tua famiglia, all’aiuto del tuo agente e delle persone a te vicine, a te stesso, fortunatamente, sei riuscito ad invertire la rotta, a ripartire da capo e a non finire nel baratro, come purtroppo succede a tanti ragazzi.


Questo è uno sport in cui la carriera dura poco, è breve, e non c’è tempo per sbagliare. Non è facile per un ragazzo di 18 anni, ma ti va dato merito per essere riuscito a cambiare e a prendere il secondo treno, perché il primo sembrava ormai andato.
Preso quel secondo treno, sei arrivato a giocare in Serie A, dove hai sempre sognato di arrivare. Dopo qualche anno anche a giocare con grandi campioni, vestendo la maglia azzurra. E’ un onore rappresentare un paese intero. Ed è un onore vestire la maglia della Fiorentina e indossare la fascia da capitano, rappresentando il popolo viola.

Tutto questo l’hai raggiunto grazie a tutti i sacrifici e l’impegno, alla forza di volontà, alle critiche, alle volte che non sei stato accettato a livello calcistico o di persona, e grazie a quelle persone che ti hanno aiutato a risorgere quando stavi per mollare o quando il calcio ti stava mollando.
Hai fatto e stai facendo una grande carriera e devi essere orgoglioso di quello che sei, prima come uomo e poi come calciatore.
Un saluto,
Cristiano”

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