Italia, Ventura tuona: “Mai stato CT. Balotelli? Sarebbe stato convocato”

Per certi versi a storia dell’Italia l’ha fatta, ma non in modo positivo. Si tratta di Giampiero Ventura che è tornato a parlare di nuovo della Nazionale e della sua avventura sulla panchina azzurra, con il quale è diventato il secondo commissario tecnico a non partecipare ad un Mondiale dopo Alfredo Foni nel 1958. Il tecnico ora in cerca di una squadra, ha parlato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport dichiarando: “Non ho trovato un senso, ma ho una spiegazione: ho fatto calcio per 35 anni, sul campo, ma non mi sono mai occupato della politica sportiva, non ho mai fatto parte di un Sistema”.

L’ex CT parla di una squadra vecchia quella ereditata da Antonio Conte: “Avevo ereditato l’Italia più anziana degli ultimi 50 anni e la stavo svecchiando con l’inserimento massiccio di giovani: ho fatto esordire 14 giocatori nuovi. Se ci fossimo qualificati questi giovani sarebbero stati inseriti nella lista per il Mondiale dove continuo a credere che l’Italia avrebbe fatto bene. Russia 2018 doveva essere il trampolino di lancio per essere poi tra i favoriti all’Europeo 2020”.

La situazione sembrava essere tranquilla, sino alla sfida contro la Spagna: “Tutto aveva un senso e ha funzionato fino alla gara con la Spagna. Siamo arrivati a quella partita reduci da 7 vittorie e 2 pareggi e dell’appoggio dei tifosi. Dopo quella gara è partita invece una demolizione senza precedenti, un delitto premeditato mai visto… Dopo quella sconfitta è iniziata una delegittimazione continua: sono diventato l’unico colpevole di tutti i mali. La Figc spettatrice, la squadra salvata: tutta colpa di Ventura. Ventura ha preso il palo, Ventura ha sbagliato il gol, Ventura ha fatto uscire l’Italia dal Mondiale, Ventura ha fatto commissariare la Figc… Fino alla Spagna io ho fatto l’allenatore della Nazionale, dopo ho fatto il pungiball”.

Un Ventura che parla di allenatore e non di commissario tecnico lasciato solo dalla FIGC: “Io ho allenato, ma non sono mai stato il c.t. Perché quella è una figura istituzionale, che implica il rispetto e il sostegno di chi gira intorno a lui […] Già prima della Spagna mandai un’email ai vertici della Federazione dicendo che mi sentivo solo, non più al centro di un progetto, senza sostegno […] Perché sono rimasto? Me lo chiedo anche io…Per passione, per affetto, per presunzione, non lo so bene neanche io. So solo che in quel momento sentivo forte dentro di me l’attaccamento all’Azzurro e a tutto quello che per me aveva sempre rappresentato. Sentivo che nonostante tutto ce l’avremmo fatta. Di certo questa è una mia grandissima colpa”.

Intervista Ventura Gazzetta, il CT parla della sua avventura azzurra

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