Serie A

Sabatini: “Senza sigarette sarei morto dopo il derby perso in Coppa Italia”

In un’intervista concessa ai microfoni de Il Foglio, il coordinatore delle aree tecniche del Bologna e del Montréal Impact Walter Sabatini ha parlato della sua vera ossessione: il tabacco con cui ha dovuto chiudere dopo il grave malore accusato alcuni mesi fa.

L’intervista di Sabatini a Il Foglio

“Non capisco come possa un ds non essere fumoso, può esistere un direttore sportivo che non fuma? O un allenatore? Qualche giorno fa ho chiamato Sarri. “Non ti dico di smettere di fumare, non te lo posso dire proprio io, però rallenta”, gli ho detto, “non ti condizionare tutta la vita futura”. “Ma come c***o faccio?”, mi ha risposto “Io non lo so, ho smesso anche di prendere il caffè perché non posso fumarci la sigaretta”. Zeman era uno che mi stava dietro, quando veniva nel mio ufficio nessuno si azzardava a entrare, c’era una cortina di fumo”.

“Ho fumato più sigarette per Nainggolan che per tutti gli altri: passai la notte al telefono con il direttore sportivo del Cagliari, con Cellino dall’altra parte che spaccava la trattativa ma sentivo che la voleva fare. Finì alle cinque del mattino, fu dura e fumosa. La sigaretta più dolorosa è stata per il derby Lazio-Roma di Coppa Italia all’Olimpico, ho pensato di morire:se non avessi avuto le sigarette sarei morto realmente”.

“Io sono un festaiolo, mi trovo bene con la mia gente, sempre pronto a cazzeggiare perché il calcio ha un lato divertente. Non quando perdi, quando perdi non c’è niente di divertente. Ma il calcio non è drammaticità. Sono cambiate le mie frequentazioni, i miei ristoranti, è cambiata tutta la mia vita. Quando sto in mezzo alla gente a un certo punto mi folgora l’idea delle sigarette, allora sciolgo la seduta, mi alzo e me ne vado”.

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