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Gravina: “Le attuali prestazioni del Napoli rappresentano un’impresa”

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha rilasciato un’intervista a Il Mattino, in cui ha parlato del momento che sta vivendo il calcio italiano, dell’ottima stagione del Napoli e tanto altro. Di seguito le sue parole.

Il presidente della Figc, Gravina nell’intervista a Il Mattino: “Ho voluto fortemente il ritorno della Nazionale italiana a Napoli”

Sul problema attacco in Nazionale: “Sono troppo pochi i selezionabili per la Nazionale italiana in generale! Nei nostri vivai abbiamo tanto talento, ma bisogna metterlo nelle condizioni di giocare, sbagliare e maturare, solo così si diventa campione. La scuola degli attaccanti italiani è sempre stata straordinaria, spero sia solo un ciclo, anche se temo che l’esterofilia dei Club si concentri maggiormente sulle punte per regalare ai tifosi nomi altisonanti, che spesso però non valgono le aspettative”.

Sulla gara con l’Inghilterra: La sfida con gli inglesi è ormai diventata una classica (sorride, ndr). Se ripartiamo dal gruppo, dalla stessa determinazione con cui abbiamo superato l’Inghilterra in due degli ultimi tre scontri diretti, saremo soddisfatti perché il carattere, la forza delle idee e la voglia di vincere saranno più importanti del superiore valore dei singoli di Southgate Vogliamo andare agli Europei e recitare un ruolo da protagonisti anche a giugno in Nations League. Non sarà facile, ma io ci credo”.

Sulla scelta di giocare a Napoli: “Ho fortemente voluto il ritorno della Nazionale italiana a Napoli, mancava da troppo tempo. Per questo ringrazio il presidente De Laurentiis e il sindaco Manfredi, con i quali abbiamo lavorato a stretto contatto per realizzare questo obiettivo. Personalmente sono molto legato alla Campania ea Napoli in particolare. Un legame che si è creato negli anni di Maradona, uno spettacolo per gli occhi che non dimenticherò mai“.

Sugli scontri prima e dopo Napoli – Eintracht: “Ho provato dolore per Napoli. È stata una vergogna, chiunque delinque sfruttando l’occasione di una partita di calcio va perseguito duramente, indipendentemente dalla sua nazionalità. Massima solidarietà ai cittadini e all’amministrazione napoletana”.

Su De Laurentiis: “Alla fine della scorsa stagione sportiva, la proprietà del Napoli ha avuto il merito di capire e accettare che il costo della rosa non era più sostenibile. Ha invertito la rotta, affidando alla dirigenza e all’allenatore un compito chiaro: vincere con la forza delle idee, dentro e fuori dal campo. Indipendentemente dalla vittoria finale, le attuali prestazioni del Napoli rappresentano una vera impresa sportiva. Un esempio positivo per gli altri club“.

Sulla vittoria dell’Europeo del 2021: “L’impresa del 2021 è stata qualcosa di straordinario, perché si è riusciti con la forza del gruppo a ottenere un risultato che alla vigilia sembrava impossibile. Ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo bisogno di una sterzata di sistema se vogliamo creare le condizioni per creare un gruppo azzurro di qualità in grado di competere con le Nazionali più forti. Bisogna investire sui vivai non per necessità ma per convinzione, ne trarrebbero beneficio sia i Club che la maglia azzurra”.

Sulla candidatura dell’Italia agli Europei del 2032: “Rappresenta un’opportunità unica per accelerare il processo di modernizzazione dell’impiantistica di alto livello, che altrimenti resterebbe il nostro tallone d’Achille. La candidatura italiana nasce dalla convinzione che l’organizzazione di una grande manifestazione come il Campionato Europeo possa contribuire a dare una prospettiva di sviluppo al calcio italiano e all’intero Paese. Stiamo allestendo un dossier affidabile, credibile e ambizioso”.

Sulla Serie A a 16 squadre: “L‘aritmetica dei format non mi ha mai appassionato, ma i calendari sempre più intasati e una migliore valorizzazione del brand impongono una riflessione approfondita, che non si può più rinviare. Sto promuovendo una riforma del calcio italiano nel suo complesso: bisogna cambiare cultura, comprese le regole condivise dello stare insieme, partendo dai rapporti tra le Leghe, inserendo finalmente la logica della filiera, e finendo con una diversa gestione economico-finanziaria dei club. Dobbiamo mettere in sicurezza il nostro calcio per renderlo più attrattivo”.

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