Serie A

Inter, Gosens: “Futuro? C’è solo l’Inter. Non abbiamo continuità”

Robin Gosens, esterno sinistro dell’Inter, si racconta tra passato, presente e futuro in un’intervista a la Repubblica. Di seguito le sue parole.

Robin Gosens, esterno sinistro dell’Inter in un’intervista a la Repubblica: “Ci è mancata la continuità”

Sulla laurea in psicologia: “Ho confrontato le capacità di reagire alle difficoltà fra atleti professionisti e chi si allena per hobby. Dopo il calcio voglio aprire uno studio come psicologo e vorrei collaborare con i club per aiutare chi soffre di problemi mentali. Il mio momento più duro da calciatore è stato quando mi sono infortunato per la seconda volta con l’Atalanta proprio mentre stavo rientrando. Il momento più bello invece all’Europeo del 2021, contro il Portogallo abbiamo vinto e io ho segnato un gol e fatto due assist“.

Sulla differenza negli allenamenti tra Atalanta e Inter: “A Zingonia c’è più attenzione alla preparazione individuale e al lavoro in palestra. Inzaghi cura di più il lavoro collettivo e la compattezza di squadra. Ma le performance dei giocatori sono simili“.

Sul finale di stagione dell’Inter: “Dove possiamo arrivare? Abbiamo qualità per vincere ma ci è mancata la continuità. Ne siamo consapevoli, ne parliamo e ci incazziamo. Adesso arriva un mese importante, ci giochiamo la stagione in nove gare e dobbiamo vincerle tutte. Se battessimo il Benfica spero di incontrare il Milan. Un’emozione incredibile quando ho giocato il derby, c’è pressione, tifo e tensione, immagina in una semifinale di Champions, ciao…“.

Sulle difficoltà della squadra nerazzurra con le ‘piccole’: “Ci sono tanti fattori che spiegano questa cosa, attenzione movimenti e approccio. E poi dopo certe vittorie non riusciamo a resettare e a livello inconscio pensiamo che se abbiamo battuto il Barcellona non possiamo perdere con lo Spezia. Ed è un errore perché non esistono gare semplici. Se abbiamo perso motivazioni per colpa del Napoli? C’è da giocarsi la Champions. Potrebbe essere stata anche la pausa per il Mondiale, non c’è stato tanto tempo di liberare la testa“.

Sul futuro: “C’è solo l’Inter. So che nessuno mi ha mai regalato nulla in carriera, ma il trasferimento alla Pinetina l’ho vissuto come un dono. È una delle squadre più grandi al mondo, voglio dimostrare di meritarla. Brehme mi ha chiamato quando ho firmato. Era contento per me, mi ha augurato di continuare la storia vincente dei tedeschi in nerazzurro. Gli ho assicurato che sono qui per questo. Sono onesto, so che per troppo tempo non sono stato il giocatore che l’Inter pensava di avere comprato. Ne ho parlato anche con Marotta e Ausilio. Avevo sottovalutato quanto gli infortuni potessero influire sul mio gioco, molto fisico. Se sei sempre un secondo in ritardo rispetto all’avversario, c’è poco da fare. Ora sto bene, posso fare vedere chi è il vero Robin. Devo diventare titolare all’Inter, la nazionale è una conseguenza“.

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