Serie A

Roma, De Rossi avverte la Juventus: “Ci siamo anche noi per la vittoria finale”

Nel giorno del suo trentacinquesimo compleanno, Daniele De Rossi ha rilasciato un’intervista alla Nbc per la rubrica Pro Soccer Talk. Tanti i temi toccati dal centrocampista della Roma: dall’allenatore, ai nuovi arrivi, sino alle avversarie in campionato.

Sì, ho abbastanza fiducia nella squadra e nell’allenatore. È il suo secondo anno e tutto sarà probabilmente più semplice perché non deve cominciare dall’inizio. Può contare su un gruppo di base già collaudato, che sa cosa lui vuole dalla squadra. Anche per i giocatori più giovani sarà più facile l’inserimento. Di Francesco mi ha impressionato, lo conoscevo da molto tempo. La prima volta che l’ho incontrato avevo 18 anni e già era così. Da allenatore vuole puntare al massimo, proprio come quando era un calciatore. È un lavoro differente, pieno di pressioni, ma lui ha una mentalità vincente e sta provando a trasferirla alla squadra”.

Lo scorso anno in Champions League la Roma è stata protagonista: “L’anno scorso abbiamo mostrato al mondo cosa possono fare una città e una squadra come la nostra. Abbiamo fatto qualcosa di incredibile, grazie probabilmente al nostro talento, alla nostra organizzazione e alla fiducia dei tifosi. Tutto è andato alla grande e abbiamo ritrovato passo dopo passo il rapporto con i nostri tifosi, molto più che in passato”.

Adesso sarà importante ripetersi in vista del prossimo cmapionato: “Sono 18 anni che provo e spero di portare qualche cosa alla Roma. Qualcosa di molto facile da dire ma molto difficile da fare. Proveremo a fare qualcosa di incredibile perché le squadre che lo scorso anno sono arrivate prima e seconda sono migliorate. La Juve ha preso uno dei giocatori migliori della storia, stanno provando di creare una squadra ancora più forte e noi cerchiamo di fare lo stesso. Nel calcio niente è scritto, lo abbiamo visto anche nel Mondiale, dove le cose sono andate diversamente da come ci si aspettava prima di alcune partite”.

Con Di Francesco sono state diverse le tipologie di approcci tattici in campionato, sarà così anche in questa stagione: “Il tempo può aiutare la squadra a capirsi meglio. Stiamo provando a diventare più equilibrati, un traguardo che si ottiene con l’esperienza. Non partiamo dalla semifinale di Champions o dl terzo posto, si inizia tutti a zero punti, come il Cagliari o la Juventus”.

Sulla mancata partecipazione al Mondiale: “È stato un torneo strano perché molte squadre che pensavamo potessero arrivare in fondo non lo hanno fatto. Questo perché il mondo sta crescendo nel modo di studiare e giocare a calcio. Perfino le squadre più piccole. Non è come 15 o 20 anni fa in cui potevi incontrare il Panama e il Costa Rica e segnare 10 gol. Le squadre sono diventate più intelligenti perché tutti guardano tanto calcio, anche gli allenatori sono più intelligenti”.

Circa un possibile futuro negli Stati Uniti a fine carriera: “Non è facile ma io non posso parlare perché ero nello stesso posto degli Stati Uniti, dalla parte sbagliata della tv a guardare tristemente la Coppa del Mondo”.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio