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“I am Zlatan”, recensione sul docufilm su Zlatan Ibrahimovic

Uscito ieri nelle sale, la pellicola sullo svedese fa già parlare di sè

“I am Zlatan”: questo è il titolo scelto per il docufilm che parla della vita, dentro e fuori dal campo, di Zlatan Ibrahimovic. Diretto da Jens Sjörgen, la pellicola ripercorre la vita calcistica e non solo del bomber svedese, partendo dagli albori, fino ad arrivare al decisivo passaggio alla Juventus, fortemente voluto, non inizialmente, da Luciano Moggi. Il film mostra come Ibra abbia sempre avuto un rapporto difficile con chiunque gli stesse accanto, a partire dalla propria famiglia, fino ad arrivare ai compagni delle squadre in cui ha militato. Ripercorriamo le tappe più significative.

“I am Zlatan”, le tappe più importanti

  • FBK Balkan: l’attaccante svedese inizia qui la sua carriera, partendo dalle giovanili. Siamo nel 1991, ed il piccolo Zlatan fa già parlare di sè.
  • Malmo FF: il passaggio alle giovanili del Malmo, squadra sicuramente più nota e titolata del Balkan. Decisivo, nel 1999, il passaggio nella prima squadra del Malmo, dove però iniziano anche i primi screzi con allenatore e compagni di squadra.
  • Ajax: dal 2001 al 2004 si trasferisce in Olanda, all’Ajax dove totalizzerà 35 gol in 74 presenze, rappresenta l’acquisto più costoso della storia del club olandese. Qui verrà acquistato, grazie al lavoro dell’agente Mino Raiola e Luciano Moggi, dalla Juventus.
  • Juventus: dal 2004 al 2006 vivrà sotto l’ombra della Mole Antonelliana. Realizza 23 gol in 70 presenze, il suo secondo anno alla Juventus è meno brillante del primo, infatti il passaggio successivo, non raccontato nel film, riguarda il suo passaggio all’Inter.

Il docufilm si conclude con i gol più belli realizzati in carriera, con le varie maglie: Ajax, Juventus, Inter, Milan, Barcellona, PSG e LA Galaxy.

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