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Milan, ma valeva la pena cambiare Giampaolo con Pioli? Manca il salto di qualità!

Il Milan anno dopo anno sembra ricadere nei suoi errori. Dal dopo Allegri nella Milano rossonera non si è più visto un tecnico in grado col suo spessore di dare forza ad una squadra che tecnicamente non è mai più stata paragonabile a quelle del passato, più o meno recenti. L’esonero di Giampaolo appare l’ultima mossa difficilmente comprensibile da parte della nuova gestione americana ‘Elliott’.

Esonero Giampaolo: Pioli al Milan scatena la rabbia dei tifosi rossoneri

“Se proprio dovevamo mandar via Giampaolo l’unico che avrebbe dovuto prendere il suo posto era Spalletti”. Questa la frase più in voga sui social da parte dei tifosi rossoneri. Per i supporters del Milan si sta vivendo una stagione davvero da incubo.

Non sono infatti i soli 9 punti nelle prime 7 giornate a destare le maggiori preoccupazioni, quanto una mancata programmazione per il futuro. Un ‘planning’ prestabilito come fatto dall’Inter sotto l’ala Suning. Vedere la squadra rivale al massimo del proprio potenziale con Conte in panchina certo non può che destare una giustificata rabbia.

Ma è solo colpa di Giampaolo? E quanto può fare davvero Pioli?

In questo scenario etichettato come ‘apocalittico’ certo è che non si può addossare tutte le colpe a Giampaolo. Il suo esonero, arrivato dopo la vittoria col Genoa (che invece ha confermato Andreazzoli) fa ridere pensando che invece il suo allontanamento non sia arrivato durante o a cavallo delle quattro sconfitte consecutive. E’ vero che il tecnico abruzzese è sembrato spesso confusionario e poco attento a ricalcare la mano sulla fase difensiva della squadra, ma al tempo stesso si è palesata anche una mancata gestione idonea della situazione da parte di Maldini, Boban e Gazidis.

La scelta di Pioli al Milan appare quantomeno discutibile, visti i risultati ottenuti con l’Inter e la Fiorentina. Rispetto a Giampaolo sa già come gestire un club di prestigio ma i suoi dogmi intransigenti paiono ricalcare con forza la mano di Giampaolo. Un discorso trito e ritrito dalle parti di Milanello e che continua imperterrito dal 2014, ossia da quando si sono alternate ben tre società e quattro gruppi dirigenziali e questo vorrà pur dire qualcosa.

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