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Juventus-Real Madrid, Del Piero: “Allegri non deve invidiare nulla a nessuno”

Cresce l’attesa per la sfida tra Juventus e Real Madrid di questa sera, gara valida per i quarti di finale di Champions League. A parlare della gara è un grande ex bianconero come Alessandro Del Piero. Pinturicchio ha spesso giocato questa affascinante sfida e può vantare la splendida standing ovation del Bernabeu nel 2008. Attraverso le pagine del portale spagnolo As.com, ha parlato della gara di stasera.

Ripartire da Cardiff

L’ex numero 10 fa subito una raccomandazione, scrollarsi di dosso la sconfitta in finale:Si è parlato troppo di quella sconfitta è vero che ci si poteva aspettare di più dalla Juve, ma perdere una finale contro questo Real non è un disonore. La squadra è cresciuta e ora ha più soluzioni in attacco, in un doppio confronto ha più possibilità di passare. Similitudini tra questa Juve e la mia che arrivò tre anni consecutivi in finale? Forse quella era più dominante nel gioco, ma come risultati la Juve di Allegri non deve invidiare niente a nessuno”.

I protagonisti della sfida

Del Piero non ha dubbi sugli uomini chiave: “Spero che Gigi scelga per il suo futuro senza lasciarsi condizionare, ascoltando il fisico e il cuore. Dybala è l’uomo chiave della Juve, se lui è al top la squadra diventa irresistibile. Higuain? E’ diventato un leader. Allegri è un allenatore vero, la sua arma è la semplicità: ha una soluzione per ogni problema, non ha un solo credo ma sa cambiarlo per il bene comune: ha costruito tante Juventus, questa è una grande virtù. Zidane? Ho tanti ricordi con lui, in campo e fuori: momenti di vera amicizia, perché Zizou è leale e intelligente, difficile non volergli bene. Giocare con lui è stato un piacere, era un artista con la solidità di un lottatore. Non mi aspettavo di vederlo in panchina, ma quando l’ho visto iniziare non ho avuto dubbi sul fatto che avrebbe fatto grandi cose”.

Amarcord

“Segnare un gol al Bernabeu, anzi una doppietta, è stato realizzare il sogno che avevo da bambino, entrare nella leggenda del calcio. Ma ancor più dei gol, ricordo l’ovazione del Bernabeu: niente è paragonabile a quell’ovazione. E poi dico anche il quarto di finale del 1996, che ha dato consapevolezza a quella squadra che poi avrebbe vinto la Coppa”.

 

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