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Lione, comunicato fiume: «Evitiamo una sconfitta al calcio francese»

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Lione: si cerca di evitare una sconfitta del calcio francese

Il Lione e il suo presidente, Aulas, non si sono ancora rassegnati all’idea che, la Ligue One abbia chiuso i battenti per l’emergenza Coronavirus.

Questa mattina, sul sito ufficiale del club, è apparso un lungo comunicato, che invita la Federcalcio francese e il Governo a tornare sui loro passi.

«Il motto dell’Olympique Lyonnais è “Uniti per ruggire”. Oggi, non si tratta solo di OL, ma semplicemente del futuro del calcio francese, il nostro sport.

Dalla cessazione provvisoria del campionato il 13 Marzo, abbiamo fatto di tutto per trovare soluzioni che onorassero il sostegno delle persone colpite dalla pandemia.

L’interesse generale del calcio francese, l’attaccamento appassionato dei tifosi, la sostenibilità di tutti i club e il merito sportivo, sostenuto dalla UEFA.

A partire dall’11 Marzo, abbiamo chiesto la sospensione temporanea del campionato francese, il tempo di affrontare e reagire a una pandemia sconosciuta.

Il 13 Marzo, quando Le Monde, ha chiesto le possibili soluzioni e il risultato di questa sospensione, della stagione 2019/20. Abbiamo discusso della possibilità di una stagione nulla, nel caso in cui il campionato non potesse finire.

La sera del 13 Marzo, rispondendo all’invito di Canal Plus, abbiamo ribadito che la cosa ovvia era “finire il campionato”. Da allora, abbiamo sempre confermato che “la soluzione migliore sarebbe quella di finire il campionato”.

Durante tutto il mese di Aprile, abbiamo identificato che sarebbe stato difficile “finire tutte le partite”, ma abbiamo mostrato una forte determinazione per l’interesse generale dei club francesi. Non solo, come alcuni sostengono, per gli interessi esclusivi di OL.

In questo contesto, abbiamo fatto diverse proposte credibili tenendo conto degli imperativi di salute e della salute di tutti i giocatori di calcio: finisci il campionato tra settembre e dicembre come suggerito da altri presidenti di club, attendi e osserva cosa stanno facendo i nostri vicini europei, hanno istituito un sistema di playoff come altri avevano suggerito.

Queste proposte sono state una base per il lavoro. Avrebbero potuto essere ripresi e rielaborati da tutte le sensibilità del calcio francese.

Ma, il 30 Aprile, l’LFP, ha improvvisamente deciso di interrompere definitivamente il campionato professionistico francese.

Senza tener conto di tutte le raccomandazioni della UEFA, o dandosi il tempo di osservare ciò che le nostre dozzine di vicini stavano progettando.

Rilanciare il campionato, mentre si lavora su un protocollo di salute, del tutto eccezionale per proteggere i vari giocatori di calcio.

Adesso cosa si fa?

Come rendere felici gli amanti del calcio che, oggi sono privati ​​della loro passione? Come sopravvivere nel brevissimo periodo, a 900 milioni di euro di perdite cumulative per il calcio professionistico francese?.

Per garantire, che tutti i club francesi, possano finire l’anno senza fallire, quale situazione strategica usare? Come puoi aiutare il calcio amatoriale a superare il presente e affrontare il futuro?.

Per combattere con i nostri concorrenti stranieri come possiamo fare, visto che, per la stragrande maggioranza, hanno scelto con cautela di attendere il rilancio del loro campionato?

Per  evitare che, il divario si allarghi ulteriormente tra il calcio francese e tutti gli altri principali paesi europei, qual’è la situazione che si può trovare per impedire tutto ciò?.

Coloro che cercano controversie oggi hanno torto. Ma li invitiamo a riflettere, oggi, sul futuro del calcio francese e sull’interesse generale di tutti.

Uniamoci tutti e andiamo ben oltre i nostri interessi! C’è ancora tempo, fino al 25 Maggio, per arrendersi ed evitare una grande sconfitta per il campionato francese.

Tutti amiamo il calcio, tutti adoriamo questo gioco. Adoriamo i valori che trasmette, la passione che trasuda. Il calcio fa parte della nostra vita e del nostro patrimonio culturale.

Il campionato è il nostro rituale. Dobbiamo assolutamente prenderci cura di lui, come tutti quelli che ci hanno preceduto. Siamo i loro eredi».

 

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