Calcio estero

Bulgaria-Inghilterra sospesa due volte per cori razzisti

Ieri la partita tra Bulgaria ed Inghilterra è stata sospesa ben due volte nel primo tempo a causa di cori razzisti nei confronti dei calciatori di colore della nazionale britannica. Alcuni giornali inglese come il Telegraph, hanno dedicato forti titoli alla vicenda. “England stand firm in face of sickening racism as they thrash Bulgaria on night of shame in Sofia” (L’Inghilterra si ferma di fronte al disgustoso razzismo mentre schiaccia la Bulgaria nella notte della vergogna a Sofia). Un tesserato della nazionale bulgara ha addirittura detto che avrebbe sentito solo gli avversari fare cori razzisti. Morto anche un tifoso inglese prima della partita per cause ancora da scoprire.

Bulgaria-Inghilterra, il comunicato della Football Association

“Possiamo confermare che i giocatori inglesi sono stati soggetti da ripugnanti cori razzisti nel corso della partita delle qualificazioni a Euro 2020 contro la Bulgaria. Questo è inaccettabile a ogni livello del gioco e la nostra attenzione immediata è nel supportare i giocatori e i membri dello staff coinvolti. Come sappiamo tristemente, non è la prima volta che i nostri giocatori sono stati sottoposti a questo livello di abusi e non c’è spazio per questo tipo di comportamento nella società, figuriamoci nel calcio. Chiederemo all’Uefa di indagare con urgenza”.

Le parole del ct bulgaro  Balakov

“Nel nostro campionato, abbiamo tantissimi giocatori di etnia e pelle diversa. Non credo che il nostro Paese sia protagonista di atti razzisti, come per esempio, è comune trovare in Inghilterra. Quello che intendo è che, nel campionato bulgaro non abbiamo certamente casi di razzismo simili a quanto accade nelle varie leghe dei nostri avversari. Tra l’altro considero il fatto normale, anche in base al paragone con un’altra Nazione con una grande popolazione diversa dalla nostra. Abbiamo discusso sulle eventualità della situazione, tra cose che potrebbero accadere ma anche rimanere nascoste. In tal caso, esiste un protocollo internazionale ideato per tutelare chi subisce certi episodi, per cui, il nostro compito è quello di scendere in campo. Siamo qui per questo, e certamente non vorremmo oltrepassare alcuni confini non pertinenti”.

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