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L’Atalanta ha dimostrato che difendere a tre in Europa si puo’

Molto spesso, soprattutto per quello che concerne la Champions League, si è detto e ridetto che difendere a tre in Europa è impossibile, ma l’Atalanta ci sta dimostrando che non è così. La squadra di Gasperini è vero sì che gioca a memoria, in un calcio quadrato, ben studiato ma soprattutto ben allenato, ma è anche vero che non cambia mai il suo schieramento di gioco.

Atalanta in Champions League oltre i moduli: conta l’intensità di gioco

 

Una favola, o forse sarebbe meglio dire una diceria. Ce ne sono tante nel calcio e tante ce ne saranno ancora. Difendere a tre in Europa è controproducente, a maggior ragione in Champions League dove i ritmi sono altissimi. Ancora una volta in Italia ci si lascia accecare da quelli che sono i moduli, o meglio dire, gli schieramenti di gioco.

Il principio pero’, in linea di massima, viaggia su tutt’altro binario. Nell’espressione più o meno “classica” della difesa a tre interpretata da Conte sia ai tempi della Juventus che oggi all’Inter e prima ancora al Chelsea, la linea difensiva a tre non è stata ben vista, ma ancora prima mal interpretata. Il suo 3-5-2, come prima di lui adottato anche da Mazzarri, non porta a nulla se alla base non c’è intensità di gioco e copertura del campo quasi totale.

Anche Conte e Mazzarri con la difesa a tre hanno avuto buone risposte

Nella campagna europea della Juventus (sempre 3-5-2) dell’anno 2012-2013 i bianconeri arrivarono ad esempio ai quarti di finale, pur avendo Peluso e Lichteseiner titolari, con Vucinic e Quagliarella in avanti. Stesso concetto si puo’ traslare al Napoli che fu di Mazzarri, che sfioro’ l’impresa contro il Chelsea (poi laureatosi Campione d’Europa). Quelle squadre basavano tutto sulla corsa e sull’intensità del ritmo, cosa che in Atalanta – Valencia si è rivisto.

Staff Inter su Conte
Conte (fonte foto: zimbio.com)

Il percorso in Champions League della ‘Dea’ non differisce in alcun modo da quanto ammirato ogni domenica in Serie A, ma forse è proprio una sua prosecuzione. Gasperini non è sceso a compromessi e non ha adattato il suo calcio al fattore europeo che vede stigmatizzare nella più usuale difesa a quattro un dogma imprescindibile. Il bellissimo percorso di questa Atalanta dimostra ancora una volta che schemi, moduli, disegnini tattici su ipotetiche lavagnine ancora una volta sono materie astruse, ma conta solamente l’intensità con cui si applicano determinati principi di gioco e gli uomini che devono interpretarli. Insomma, troppi “filosofi” fanno male al calcio, a maggior ragione in Italia.

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