Serie A

Lazio, Acerbi: “Al Milan bevevo di tutto, mi ha salvato il tumore”

In una lunga intervista concessa a La Repubblica, il difensore della Lazio Francesco Acerbi ha parlato del tumore al testicolo sinistro diagnosticatagli nell’estate del 2013 e delle difficoltà affrontate durante la sua avventura al Milan.

Acerbi e il tumore, ecco le sue parole

“Chemioterapia dal sette gennaio al quattordici marzo, l’ingresso in un mondo parallelo e più vicino di quanto immaginassi che non abbandoni più. Un mondo straordinario pieno di dolore e di coraggio. Ho smesso di avere paura sei anni fa, vedo le cose ben chiare davanti a me e so che da un giorno all’altro potrebbe cambiare tutto”.

“Dopo la morte di papà sono precipitato e ho toccato il fondo. Ero al Milan, mi sono venuti a mancare gli stimoli, non sapevo più giocare. Mi sono messo a bere di tutto. Potrà sembrare un paradosso terribile, ma mi ha salvato il cancro. Avevo di nuovo qualcosa contro cui lottare, un limite da oltrepassare. Come se mi toccasse vivere una seconda volta. E sono ritornato bambino. Sono riaffiorate immagini che avevo completamente dimenticato”.

“Credo che la malattia mi abbia addirittura migliorato, cancellando rimorsi e rimpianti. Sono diventato un osservatore del paesaggio che sta attorno a me. Ho eliminato il superfluo, le persone negative, ma anche le illusioni. Ho smesso di sognare, preferisco fissarmi dei traguardi semplici. Volevo la Nazionale, per esempio, e me la sono ripresa. Obiettivi futuri? Il campo fino a 38 anni, qualche soddisfazione da togliermi con la Lazio, poi la panchina. Farò l’allenatore”.

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