Champions League

Adani: “Inter inferiore come pronostico, ma può creare pensieri”

Daniele Adani, ex calciatore e adesso opinionista in Rai, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Tuttomercatoweb, dove ha parlato della finale di Champions League tra Manchester City e Inter, in programma stasera alle ore 21:00. Di seguito le sue parole.

Le parole nell’intervista di Adani su Manchester City – Inter

Sull’Inter: “L’Inter è una squadra in salute e completa, con giocatori importanti in ogni zona del campo. È inferiore come pronostico e come dominio del gioco, ma può creare dei pensieri”.

Sul giocatore che può essere deciviso per i nerazzurri: “Lautaro. È questione di leadership, di cattiveria, di guizzi, di saper intuire il rimbalzo: è un capitano che sente molto il senso di appartenenza. È un giocatore che, nonostante il tanto dispendio energetico lontano dall’area di rigore, può fare male. L’Inter deve provare a capitalizzare la sua vena realizzativa”.

Sul Manchester City: “Credo che non sia questione di singoli. Neanche Haaland, che è stato acquistato per queste partite ma poi col Real Madrid non ha segnato. Se devo scegliere dei singoli, punto sui 3-4 che legano e si scambiano palla: Bernardo Silva, Gundogan, De Bruyne, Rodri”.

Punti in comune tra Guardiola e Inzaghi: “Il dato comune è il tentativo di giocare palla a terra, l’Inter richiama il gioco posizionale di Pep. Io credo che abbia un’attitudine di questo tipo, ovviamente l’Inter ce l’ha in ambito più locale e il City più universale”.

Guardiola come migliore allenatore: “Della storia, credo. In epoca moderna ha portato dentro di sé, come dice spesso, gli insegnamenti di Cruijff, ma soprattutto è riuscito a portare oltre l’idea di calcio attraverso condivisioni di idee con i suoi giocatori. Oltre a essere un visionario è un grande appassionato e si mette spesso in discussione. Non c’è nessun altro capace di unire estetica e bellezza con il risultato ottenuto”.

Sul miglior pregio di Inzaghi: “È bravo a farsi rimbalzare qualsiasi osservazione critica, rimanendo fedele alla sua idea. Non si fa condizionare. Io credo che un passaggio che dovrebbe fare è variare, inserire nuove idee perché ne ha la capacità. E poi una cosa che mi sta a cuore: mi piacerebbe qualche variazione nella comunicazione, gli allenatori sono il tramite fra il lavoro quotidiano e la gente”.

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